HOLOS CODE

CODICE HOLOS

Titolo I

Preambolo

1. Holos Global System è un programma coordinato di soluzioni e di iniziative per affrontare problemi reali degli abitanti della Terra.

2. Il Codice Holos è l’insieme dei principi e delle regole di comportamento e di azione per realizzare il programma Holos Global System.

Titolo II

Principi fondamentali

3. Essere è esistere.

4. Sentire di essere è percepire di esistere.

5. La materia è l’insieme di energia, spazio e tempo che costituisce la sostanza e la realtà dell’essere.

6. La vita è uno stato della materia, una condizione dell’energia nello spazio e nel tempo nel corso della sua evoluzione.

7. È materiale tutto ciò che è costituito da materia.

8. Il pensiero e lo spirito sono manifestazioni ed effetti della materia.

9. I problemi materiali sono quelli relativi alla materia ed alle sue manifestazioni.

10. Tutti i problemi materiali sono risolvibili.

11. Un sistema è un insieme di parti che hanno rapporti reciproci.

12. Un sistema complesso è un insieme di parti nel quale i comportamenti di ogni parte incidono su quelli dell’insieme ed i comportamenti dell’insieme influenzano quelli di ogni singola parte.

13. In un sistema complesso, i problemi di una parte sono completamente risolvibili solo se si risolvono i problemi di tutte le altre parti.

Titolo III

Essere

14. L'essere in sé è potenza.

15. L'atto dell'essere è la manifestazione della sua potenza.

16. La potenza dipende dalla forma.

17. Lo scopo dell'atto è una maggiore potenza.

18. L'atto in sé libera potenza.

19. Ogni atto provoca per reazione altri atti.

20. Anche ogni atto di reazione in sé libera potenza.

21. L'atto può essere rivolto all'esterno o all'interno dell'essere.

22. Dall'atto rivolto all'interno si ha una scomposizione dell'essere che lo compie.

23. Dall'atto rivolto all'esterno si ha una disgregazione oppure un’aggregazione.

24. Si ha disgregazione quando l’atto provoca contrasto fra i comportamenti delle parti e le regole che le tengono unite.

25. Si ha aggregazione quando l’atto genera una nuova regola che stimola le parti ad adottare comportamenti idonei al miglioramento dei loro rapporti.

26. Finché l'essere è unico, e quindi non c'è alcun soggetto esterno all'essere, il suo primo atto non può che essere rivolto verso se stesso.

27. Il primo atto che l’unico essere rivolge a se stesso non può che dare origine alla propria scomposizione, altrimenti non vi sarebbe manifestazione di alcuna potenza.

28. Dalla scomposizione dell'unico essere hanno origine due o più parti.

29. Gli atti successivi al primo aumentano la potenza dell'insieme di tutte le parti, nonostante che ogni atto in sé liberi potenza, poiché l'atto, quale manifestazione di potenza liberata, modifica la forma dell'insieme.

30. La nuova forma dell'insieme ne aumenta la potenza attraverso una concatenazione che, dalla potenza minima della forma iniziale, passa progressivamente ad una maggiore potenza, con una forma transitoria più complessa fino alla potenza massima nella forma finale di massima complessità.

31. Nel processo costituito da ogni fase transitoria, come l'atto è mezzo per manifestare potenza ed aumentarla modificando la forma, così la maggiore potenza diventa mezzo per l'atto, fino al raggiungimento della massima potenza, che corrisponde alla forma finale, quando non servono più altri atti per manifestare potenza.

32. Il processo di potenziamento avviene sia in funzione del potenziamento dell'insieme sia in funzione del potenziamento della parte che compie l'atto.

33. Se rivolti all’esterno, gli atti che hanno come scopo il potenziamento provocano il decadimento di chi li compie o di chi compie atti di reazione; se rivolti all'interno, provocano il potenziamento di chi li compie.

34. Per evitare che una potenza media, diventando strumento per produrre l'atto, provochi il proprio o l'altrui decadimento, bisognerebbe potere manifestare potenza senza compiere l'atto o compiere l'atto senza modificare la forma, in modo da non aumentare la potenza.

35. È impossibile manifestare potenza senza compiere l’atto, come sarebbe stato impossibile per l'essere unico manifestare potenza senza compiere il primo atto.

36. È impossibile compiere l'atto senza modificare la forma, in modo da non aumentare la potenza.

37. Fino a quando l'insieme non avrà raggiunto la massima potenza, ogni atto sarà mezzo per manifestare potenza ed ogni potenza sarà mezzo per produrre l'atto.

38. L'unica soluzione per evitare il proprio ed altrui decadimento è rivolgere l'atto verso se stesso, provocando così il proprio potenziamento, senza alcun decadimento di se stesso o di altri.

Titolo IV

Potenza

39. La potenza dell'insieme di tutte le parti è superiore alla somma delle potenze di ciascuna delle parti dell’insieme ed anche alla potenza dell'unico essere originario.

40. La massima potenza si ha solo con l'insieme del massimo numero di parti e non con la fusione di diverse parti.

41. Alla massima potenza dell'insieme di tutte le parti corrisponde la massima potenza di ciascuna parte rispetto all'insieme.

42. Come dal primo atto hanno avuto origine due o più parti dotate della stessa potenza dell’unità originaria, così anche la massima potenza di ogni parte di un insieme è identica alla potenza dell’insieme.

43. Ciascuna parte tende alla sua massima potenza rispetto all'insieme fino a quando non l’avrà raggiunta.

44. Ogni parte compie gli atti necessari a raggiungere la sua massima potenza rispetto all'insieme.

45. In tal modo, si riduce progressivamente il differenziale di potenza di ciascuna parte rispetto sia all'insieme di tutte le parti sia di ciascuna parte rispetto ad ogni altra, finché ogni parte non avrà raggiunto un'identica massima potenza, cui corrisponderà la massima potenza dell'insieme di tutte le parti.

Titolo V

Atto

46. Prima dell'inizio è sola energia. Esiste potenza senza forza.

47. Poi, l'energia si scompone in diverse parti. È il primo atto.

48. Separandosi, le diverse parti di energia producono onde.

49. Le onde costituiscono lo spazio.

50. Nello spazio si forma la materia.

51. La materia si trasforma nel tempo.

52. La trasformazione della materia provoca la scomposizione e la successiva ricomposizione delle particelle di energia. È il processo evolutivo.

53. Con l'evoluzione, le particelle aumentano la loro potenza, che si manifesta con ulteriori atti.

54. Se vi è manifestazione di potenza (azione), l'energia subisce un decadimento e tende quindi a ripotenziarsi.

55. Se l'energia è talmente potente da riuscire ad inibire ogni atto teso a manifestare potenza all'esterno, si ha un accumulo di potenza.

56. L'accumulo di potenza in capo ad un organismo non produce in sé alcun beneficio rispetto all'insieme.

57. Se l’accumulo di potenza è proiettato nello spazio, prescindendo dall'energia che lo produce, si ha una modifica delle onde prodotte dall'energia, quindi si ottiene una modifica dell'effetto senza modificare la causa originaria.

Titolo VI

Memoria e percezione

58. La memoria genetica è la base del sistema cerebrale nella quale sono registrati i caratteri ereditari. Essa caratterizza l'evoluzione di una determinata specie. Si trova nel tronco del cervello e contiene i dati che provocano stimoli ed istinti.

59. La memoria remota è una sovrastruttura della base cerebrale nella quale sono contenuti i dati elaborati in precedenza. Ha sede nei due lobi, sotto la corteccia, ed è la parte più complessa e consistente della capacità cerebrale.

60. Nella memoria remota sono registrati gli schemi di comportamento sperimentati e vengono elaborate le strategie deduttive e le spinte induttive. Le prime analizzano logicamente quello che è per come risulta dal proprio sistema di elaborazione; le seconde immaginano, intuiscono quello che può essere e creano la realtà.

61. La memoria recente risiede nella corteccia cerebrale e contiene i dati recepiti dagli organi sensori ed anche le decisioni trasmesse dopo l'elaborazione dei dati stessi.

62. La percezione è l'atto con il quale si prende coscienza della realtà attraverso una sensazione. È una funzione psichica, che elabora ciò che i sensi, quali recettori esterni ed interni, trasmettono alla coscienza.

63. Il carattere della sensazione deriva dal modo di percezione, un processo che inizia con la trasmissione dei dati che avviene tramite il cervelletto dai sensi alla memoria recente e continua con il loro confronto con i dati già residenti nella memoria recente, in quella remota ed in quella genetica.

64. La percezione non deriva da un complesso di sensazioni derivanti da tanti stimoli, ma da fatti, oggetti e forme. L’attività psichica, a causa della natura e della conformazione degli organi sensoriali, registra soprattutto effetti, sovrapposti e dominanti sulle cause che li hanno prodotti.

65. Il limite dell’attività psichica dipende anche dalla limitata velocità di trasmissione dei dati nel sistema nervoso e quindi dalla necessità di impiegare il fattore tempo in un determinato modo: dalla percezione si passa rapidamente alla reazione, senza dedicare il tempo necessario a ricercare le cause per cui si percepisce in un certo modo ed a prevedere logicamente gli effetti delle reazioni delle azioni che ne derivano.

66. Per conseguenza dei limiti dell’attività psichica, si sfuma la percezione di quello che realmente è, mentre si afferma la percezione di ciò che appare, di ciò che si vede e si sente.

67. Il modo di percezione è più strettamente legato al rapporto tra presente e passato che a quello tra presente e futuro: così, il futuro sarà effetto di stimoli (reazioni) già adottati e ritenuti efficaci e non della rimozione delle cause del presente, proprio perché la ricerca della cause del presente richiederebbe troppo tempo.

68. Per modificare il processo di percezione, bisognerebbe impiegare più tempo nella elaborazione ma per fare questo sarebbe necessario avere maggiore potenza e per avere più potenza sarebbe necessario inibire almeno parzialmente lo stimolo che induce la potenza a manifestarsi nell’atto.

69. L’inibizione dello stimolo di manifestazione della potenza nell’atto si ottiene solo con la consapevolezza di poterselo permettere, altrimenti l'effetto sarebbe una sorta di repressione che avrebbe poi bisogno di esplodere.

70. La coscienza di potersi permettere la parziale inibizione di uno stimolo deriva dalla conoscenza della sua causa.

71. L'organismo risente sempre delle azioni incidenti provenienti dall'esterno ma gli effetti di tali azioni sono diversi anche in rapporto all'obiettivo che si propone il soggetto che le compie ed alla loro durata.

72. Ne consegue che la rimozione della causa originaria di un processo si compie in un certo modo se è effetto di un aumento di potenza ed in modo diverso se è effetto di azioni esterne.

73. Il processo di rimozione della causa originaria è relativo alla forza con la quale si interviene sulla causa: a parità di importanza e di accelerazione, si sente più forte l'azione compiuta verso se stessi rispetto a quella subita dall'esterno. Di conseguenza, per superare la valenza delle forze di un altro organismo è necessaria una forza – una manifestazione di potenza – più importante e più accelerata di quella che normalmente esprime verso se stesso l'organismo dal quale si vuol rimuovere la causa.

74. In ogni caso, per provocare un cambiamento radicale del processo bisogna conoscere la causa originaria, altrimenti le azioni si rivelano solo tentativi pressoché ininfluenti.

75. Percepita e riconosciuta la causa per cui un organismo complesso percepisce in un determinato modo, bisogna compiere lo sforzo di emulare i caratteri di tale organismo, immaginando, o intuendo, le stesse sensazioni che prova quell'organismo. In pratica bisogna compiere una «replicazione» del processo che si vuole modificare, per sentire i medesimi stimoli, distinguendo le proprie naturali sensazioni da quelle che si intuiscono mettendosi nei panni di un altro.

76. Tra essere un altro e sembrare di esserlo – pur avendo carattere sperimentale e non patologico – c'è sempre un margine di differenza, anche perché l’organismo si trova costretto a gestire due stati diversi nello stesso tempo.

77. Questo è il cosiddetto quarto livello di percezione.

78. Il primo livello di percezione si ha con la pura presa d'atto dell'evidente; il secondo con la sua memorizzazione; il terzo con la sensazione che si prova. L'insieme dei tre livelli determinano il modo di percezione.

79. Il quarto livello di percezione, che si ottiene con la replicazione ed è una delle attività umane più difficili, è un confronto tra il proprio e l'altrui modo di percezione.

Titolo VII

Realtà

80. La necessità è la causa originaria della trasformazione dell’energia nello spazio e nel tempo, lo stimolo che trasforma la potenza in forza e spinge l’energia verso una maggiore complessità, alla ricerca ed alla conquista della massima perfezione.

81. La necessità è quindi la forza che determina l’agire di ogni parte del tutto.

82. L’agire è manifestazione della forza fisica o spirituale dell’energia ed è intelligenza e movimento.

83. L’intelligenza è coscienza ed elaborazione dell’esperienza: è l’idea, la potenza.

84. Il movimento è spostamento di qualcosa dalla quiete: è l’atto, la forza.

85. È necessario ciò di cui non si può fare a meno, che serve o che è utile.

86. La complessità è il risultato dell'unione di varie parti e si manifesta sotto molteplici e contrastanti aspetti, spesso difficili da comprendere.

87. La realtà è l’insieme di tutto ciò che esiste e nasce dalla necessità.

88. La necessità crea il problema, una condizione da superare o risolvere.

89. Il problema si supera o si risolve adottando regole e comportamenti adatti allo scopo.

90. L’effetto del superamento o della risoluzione del problema è una maggiore complessità.

91. Una maggiore complessità stimola nuove necessità.

92. Nuove necessità creano nuovi problemi.

93. Lo stato della realtà è la situazione e la condizione della realtà nel tempo e nello spazio.

94. L’essere umano è parte di una realtà complessa, una manifestazione della complessità della realtà.

95. L’essere umano percepisce la parte di realtà della quale può prendere coscienza mediante i sensi e l'intuito.

96. Come tutto ciò che esiste, l’essere umano percepisce la necessità, come forza superiore alla sua volontà.

97. Le necessità dell’essere umano sono i bisogni, i desideri e le emulazioni.

98. Il bisogno è la necessità di procurarsi qualcosa che manca, per superare una situazione di malessere o per conquistare uno stato di maggior benessere. Aria, acqua, cibo, riposo, luce, calore, spazio, compagnia, abiti e casa sono bisogni vitali.

99. Il desiderio è la necessità che spinge verso qualcuno o qualcosa che procura piacere. Sesso, autostima, sicurezza, affetto, realizzazione e conforto fisico sono i desideri fondamentali.

100. L’emulazione è la necessità di eguagliare o superare qualcuno o qualcosa. Misurarsi e confrontarsi nella vita, nel lavoro, nel gioco e nel disporre delle cose sono emulazioni.

101. Percependo necessità, l’essere umano si pone problemi.

102. La soluzione dei problemi umani ha origine dall’idea deduttiva e si realizza con l’azione finalizzata.

103. L’idea è la rappresentazione intellettuale che riassume in sé un insieme di conoscenze possibili.

104. La deduzione è la capacità di elaborare idee e pervenire ad una soluzione particolare da un principio generale.

105. L’idea deduttiva è rappresentazione ed elaborazione di esperienza e di conoscenza.

106. L’azione è l’atto del produrre determinati effetti, l’operato individuale che implica una valutazione morale.

107. L’azione finalizzata è l’atto che si compie in funzione di un fine.

108. L’azione richiede decisione e determinazione.

109. La decisione è una scelta, una determinazione della volontà.

110. La determinazione è l’atteggiamento di risolutezza, sicurezza e convinzione di agire in un determinato modo.

111. I problemi umani sono processi di necessità, di idee e di azioni.

112. L’essere umano:

- percepisce bisogni, desideri ed emulazioni;

- ne riconosce l’esistenza quando li considera risolvibili;

- stabilisce l’ordine di priorità secondo l’urgenza;

- ne ricerca l’origine e le cause;

- si propone lo scopo di superarli o risolverli;

- pensa alle soluzioni;

- immagina e prevede gli effetti delle soluzioni;

- cerca di realizzarle e, come tutte le altre parti, utilizza le sue risorse e quelle ambientali come mezzi per soddisfare le proprie necessità;

- organizza i mezzi a disposizione in funzione dello scopo ed imposta un progetto;

- supera gli ostacoli;

- ottiene risultati.

113. Il processo della realtà umana parte con lo stimolo di una necessità, sia esso bisogno, desiderio od emulazione, continua con la percezione dei problemi, passa attraverso le soluzioni e si conclude con la soluzione del problema e la soddisfazione della necessità.

114. L’essere umano si chiede perché, cosa, come, quando e con chi fare.

115. Si fa perché si sente una necessità e ci si pone il problema di soddisfarla.

116. Si fa pensando ed agendo per trovare e realizzare soluzioni.

117. Si fa come si può anche se si sa che sarebbe meglio fare in un altro modo.

118. Si fa quando diventa impellente fare, secondo l’urgenza della necessità da soddisfare, dal suo grado di priorità e dalla possibilità immediata o futura di risolvere il problema.

119. Si fa con chi lo accetta o con chi lo subisce.

120. La realtà è in costante trasformazione.

121. I due momenti fondamentali della realtà degli esseri umani sono l’inizio e la fine, la vita e la morte. Questa è la realtà della realtà che l’essere umano percepisce e spesso trascura.

122. Si nasce e si muore perché è ancora necessario.

123. Anche la morte è una necessità, la necessità che la vita cessi affinché la realtà si rinnovi e si trasformi.

124. Nonostante gli sforzi compiuti, la realtà dell’essere umano è ancora e sempre condizionata dalla necessità.

125. La forza della necessità prevale sulla volontà di ogni essere umano e del suo insieme.

126. Fino a quando esisterà un solo essere umano che non possa soddisfare le proprie necessità vitali tutti gli esseri umani moriranno.

127. L’essere umano è un organismo complesso che fa parte di un insieme.

128. È energia allo stato più complesso.

129. La morte è la cessazione irreversibile delle funzioni vitali che comporta un cambiamento totale della condizione dell'essere vivente e la perdita delle sue caratteristiche essenziali. È un evento che per ora accomuna tutti gli esseri viventi, compreso l’essere umano.

130. Le cellule dell’organismo sono potenzialmente immortali. L'immortalità cellulare è scientificamente dimostrata.

131. Essendo la morte un problema materiale, è possibile ottenere l’immortalità di un insieme di cellule, di un organismo vivente e, quindi, dell’essere umano.

Titolo VIII

L'insieme

132. È necessario coniugare ricchezza, solidarietà e democrazia.

133. La coniugazione di ricchezza, solidarietà e democrazia non esiste ancora a causa del settorialismo, la tendenza ad affrontare i problemi particolari, perdendo la visione d'insieme.

134. La soluzione per coniugare ricchezza, solidarietà e democrazia non dipende solo da ciascuno di noi ma è nell'insieme.

135. L'unica entità in grado di concentrare in sé il sapere sufficiente a modificare i processi è l'insieme del complesso scientifico–tecnologico il quale, tuttavia, ha come obiettivo il proprio potenziamento e non la coniugazione di ricchezza, solidarietà e democrazia dell'insieme.

136. Non è immaginabile che la soluzione possa essere individuata da un'intelligenza artificiale alla quale vengano conferite le necessarie informazioni e la logica per dedurre. Essa sarebbe il frutto di quello stesso complesso scientifico–tecnologico che ne orienterebbe il modo di percepire e quindi di dedurre a propria somiglianza.

137. La soluzione è nell'insieme. Insieme si può. Ma bisogna che l'insieme possa emulare chi conosce i processi e sa che cosa è giusto ma crede che sia necessaria la partecipazione di tutti per fare, per creare il giusto. E bisogna che l'emulato sia una parte organizzata dell'insieme, senza apparire come soggetto, per evitare di essere considerato un mito e quindi di essere soprattutto ammirato, invidiato ed imitato.

138. Non c'è bisogno soltanto di un esempio ripetibile. Bisogna che l'esempio abbia un potenziale sufficiente ad impossessarsi della conoscenza delle parti prevalenti ed a produrre interventi sensibili sull'insieme. Come l'energia produce onde senza essere onda essa stessa, l'emulato deve saper produrre effetti senza essere scambiato per l'effetto prodotto.

139. Il complesso scientifico–tecnologico consentirebbe ad un soggetto di agire in tal modo da solo, senza apparire e senza partecipanti. Le azioni incidenti potrebbero riguardare la procreazione, la produzione, l'informazione ed altre scienze ancora piuttosto sconosciute, intervenendo rispettivamente sui meccanismi genetici, sul sistema monetario, sul processo di comunicazione, sulle iperenergie cerebrali. Ma potrebbe farlo solo per creare disequilibrio e non anche per ripristinare equilibrio.

140. Questo è lo stato attuale delle cose, la realtà dei fatti. Un solo soggetto potrebbe soltanto dimostrare il proprio potere ma non potrebbe riuscire, da solo, a potenziare quello degli altri.

141. Forse la reazione rispetto all'atto con cui si manifesta la potenza di un solo soggetto potrebbe modificare il modo di percezione e, quindi, provocare la creazione dei mezzi per un tale potenziamento. Ma, ci sarebbe indubbiamente il rischio di una reazione diversa, che potrebbe annichilire anche gli animi di chi già oggi si propone il miglioramento complessivo dell'insieme, così come ci potrebbe essere chi reagirebbe manifestando con la forza il proprio potere, senza preoccuparsi degli effetti che gli atti di forza possono produrre sull'insieme.

142. Perciò, la modifica del modo di percezione può ma non deve essere provocata da un solo soggetto. Bisogna, invece, farlo fare, diluendo in un numero consistente di soggetti i riferimenti emulativi (in modo che l'osservatore comprenda nuovi processi senza pensare di non poterli adottare) e con un complesso di esempi di carattere produttivo (spingendo al tempo stesso i partecipanti a ragionare ed a partecipare) si gettano le basi per dimostrare che si può essere e conviene essere come si vuole essere, invece che altrimenti.

143. Nessuna insurrezione armata, disubbidienza civile, elezione popolare, secessione o scissione, unificazione o fusione, federazione o confederazione potrà eguagliare la forza di emulazione di coloro che dimostrano di saper realizzare, non solo nei rapporti interni, una reale rifondazione sociale, intesa come modifica contestuale dei rapporti e dei comportamenti umani.

Titolo IX

Futuro

144. La realtà storica è trasmessa da chi ha supremazia. La realtà storica è sempre apparente.

145. La realtà effettiva è costituita dai fatti veramente accaduti e dalla loro esatta descrizione.

146. La previsione del futuro consiste nella deduzione logica che deriva dalla realtà effettiva dei fatti che conosciamo.

147. Il futuro sarà simile a come ciascuno di noi razionalmente può immaginarlo.

148. Il futuro è sempre indeterminato ed indeterminabile, poiché si rivela sempre in modo diverso da come lo si attende ed anche da come si cerca di costruirlo.

149. I tratti fondamentali della realtà sono ricorrenti, ad eccezione dei casi in cui i rapporti e le regole tra le parti del sistema non si sono adeguati all'aumento del livello di complessità. In quei casi, quando al livello di complessità non si sono adeguati i rapporti tra le parti, il sistema non è più stato in grado di tenere insieme tutte le parti con le vecchie regole ed i comportamenti delle parti hanno subito rapide mutazioni, una sorta di accelerazione.

150. Le mutazioni dei comportamenti delle parti hanno provocato repentinamente nuove regole e, quindi, nuovi rapporti.

151. Il comportamento è l'atto. La sua causa è il rapporto tra livello di potenza e potenza massima raggiungibile dall'essere.

152. Finché è dotata di un livello di potenza che non coincide con la sua potenza massima, la parte compie atti endogeni tesi a modificare la propria struttura, a prescindere dai legami esogeni.

153. Ora, noi ci troviamo in uno stato di complessità tale da richiedere la modifica, il rinnovamento delle regole e dei rapporti tra le parti. La sola constatazione che sarebbe possibile assicurare a tutti gli esseri umani la libertà dal bisogno e che tuttavia questo risultato non si raggiunge, dimostra che le regole del sistema non sono più adatte al suo livello di sviluppo e, quindi, al suo livello di complessità. È perciò naturale, storicamente logico e probabile che qualcuno sfugga alle regole, adottando comportamenti avulsi dalle regole stesse.

154. Le regole si evolveranno per effetto di comportamenti atipici.

155. Con l’attuale processo, in futuro si potrà avere un aumento di ricchezza, di solidarietà e di democrazia, sia nel complesso, sia per una parte dell'umanità, ma non si potranno avere queste condizioni per tutte le parti. Anzi, la realtà ci dimostra che in cent'anni è aumentato il numero dei poveri, degli emarginati e degli impotenti. E così sarà finché continueremo a presupporre che sia possibile realizzare almeno una, o magari due, di queste condizioni, senza una delle tre. Il problema è posto in modo distorto, irreale. In effetti le cose stanno diversamente. Il problema non è tanto nel fatto che non si riesca a coniugare queste tre condizioni, quanto nel fatto che non esiste, né potrà mai esistere, nessuna di queste tre condizioni riferita ad un gruppo, se non si realizzano tutte tre insieme.

156. Senza ricchezza non si possono avere solidarietà e democrazia. Senza solidarietà non si possono avere ricchezza e democrazia. Senza democrazia non si possono avere ricchezza e solidarietà. Esattamente come non si possono avere il vero, il bello ed il giusto se non si hanno tutte insieme queste tre condizioni.

157. Quindi il problema è irrisolvibile proprio perché non è questo il problema. E non è possibile dedurre una soluzione rispetto ad un problema inesistente. Il problema vero è come realizzare le tre condizioni tutte insieme. E la soluzione è il volerlo realizzare insieme. Per farlo, occorre riconoscere che il massimo potenziamento individuale si realizza nel massimo potenziamento complessivo.

158. Si può riconoscere solo ciò che si percepisce.

159. Per far percepire qualcosa bisogna farne prendere coscienza con la comunicazione.

160. Esistono la conoscenza e la capacità d'azione che derivano dal complesso scientifico–tecnologico.

161. Per organizzare conoscenza e capacità di azione in funzione dello scopo che si vuole realizzare, costituito dal cambiamento del modo di percezione, si può adottare il metodo della «protostrategia», un processo che consiste nell’emulazione dell'originario unico essere: scissione dell'energia con il primo atto, formazione di onde, creazione dello spazio, creazione e trasformazione della materia, con la conseguente ricomposizione dell'energia, di tutta l'energia, ad uno stato più complesso.

162. Così, si scinde l'uno e si ricrea il tutto.

Titolo X

Essere e divenire

163. Possiamo pensare di essere ciò che deduciamo, traendo una conclusione particolare da un principio generale che risulta dai fatti.

164. Possiamo pensare di dedurre ciò che percepiamo, assumendo i dati della realtà esterna mediante i sensi o l'intuito.

165. Il tutto è la realtà che conosciamo e quella che da essa possiamo dedurre. Pensare al tutto significa dedurlo da quanto si percepi­sce.

166. Si può pensare al tutto come all'insieme di energia, spazio e tempo. Riflettendo su energia, spazio e tempo che percepiamo, possiamo pensare ad energia, spazio e tempo che non percepiamo.

167. Il tutto è in definitiva l’insieme di ciò che percepiamo e di ciò che non percepiamo ma che possiamo dedurre.

168. Immanente è ciò che fa parte della sostanza di una cosa e che non sussiste fuori di essa.

169. Trascendente è ciò che è al di là dei limiti di ogni conoscenza possibile.

170. Tutto ciò che si pensa è immanente.

171. Solo ciò che non si pensa è trascendente.

172. Il tempo è la misura dei movimenti dell'energia che si trasforma nello spazio.

173. Il tempo nasce dall'energia in movimento.

174. Senza movimento dell’energia non ci sarebbe nemmeno la misura dei movimenti, il tempo.

175. Lo spazio è il mezzo creato dall'energia per trasformarsi ed evolvere.

176. Lo spazio nasce dal rapporto fra le parti dell'energia.

177. Il tutto può essere diverso da come lo pensiamo ma possiamo solo immaginare che senza tempo non esiste spazio e senza spazio non esiste tempo.

178. Senza spazio e senza tempo può esistere solo energia.

179. L'energia può essere stata il tutto prima dello spazio e del tempo e potrà essere ancora il tutto, alla fine dello spazio e del tempo.

180. Il presente è lo stato dell'evo­lu­zione dell'energia in un certo spazio ed in un certo momento del tempo.

181. Il passato è energia in meno spazio e meno tempo di ora.

182. L'origine è energia senza spazio e senza tempo.

183. Il futuro sarà energia con più spazio e più tempo fino alla fine del tempo e dello spazio.

184. In origine poteva esistere il caos ma un processo che parte da un'origine per un fine non può non avere delle cause e (darsi) delle regole.

185. Le regole dell'evoluzio­ne nascono dalle esigenze che incontra l'energia in continua trasforma­zio­ne nello spazio e con il tempo

186. Quando la complessità dello stato evoluti­vo pone esigenze irrisolvibili il tutto si dà nuove regole.

187. Il ciclo è un ritardo delle regole rispetto alle esigenze. Tale ritardo provoca la ciclicità degli stati evoluti­vi: un passo avanti e mezzo indietro.

188. Possiamo tuttavia immagi­nare uno stato ininvolvibile che metta in moto un processo di costante avanzamento evolutivo.

189. Il tutto è un sistema complesso, un insieme organiz­zato di parti e di relazioni tra di esse e tra i loro comporta­men­ti, mentre l'ambiente è costituito dall'in­sieme di tutte quelle parti che influenzano tale sistema ed anche di tutte le altre parti i cui comportamenti sono influen­zati dal sistema stesso.

190. Tutti i sistemi sono aperti perché le parti di ogni sistema hanno rapporti con parti di altri sistemi. Anche il tutto costituito da energia, spazio e tempo è un sistema aperto verso il tutto costituito da energia senza spazio e senza tempo.

191. I sistemi complessi hanno una struttura gerarchi­ca organizza­ta su livelli diadici che assegna­no alle parti una doppia valenza: ogni parte rappre­senta se stessa quando si rivolge verso l'alto mentre rappre­sen­ta la totalità quando si rivolge verso il basso.

192. Per questo si tende verso l'alto: ogni parte si sente schiacciata dalle parti che si trovano in posizione superiore e reagisce.

193. La forma di una struttura gerarchica può essere rappre­sentata da una piramide a scale nella quale ogni gradino corrisponde ad un livello con una portata massi­ma e che può ospitare un numero massimo di parti.

194. L'aumento del numero totale di parti non può essere ospitato sui livelli esistenti ma richiede la creazione di nuovi gradini cui corrispondono nuovi livelli.

195. I nuovi gradini non possono essere creati sul vertice o sui lati della piramide, ma solo alla sua base.

196. La parte che vuole salire un gradino deve compiere uno sforzo per salire ed uno per trovare uno spazio per sé nel gradino superiore, dove ogni parte cerca di difendere il proprio spazio.

197. Ad ogni parte che scende o viene trasci­na­ta in basso corrisponde una parte che riesce a salire verso l'alto.

198. La struttura gerarchica e la valenza diadica influenza­no le relazioni tra le parti e tra i loro comportamenti, determi­nando così il modo di evolu­zio­ne delle parti stesse.

199. Percepiamo il modo di evoluzione dal fatto che tutto ciò che conosciamo esprime una valenza inferiore al suo potenziale a causa dei cicli che si verificano nello spazio e nel tempo.

200. La sola volontà delle parti non riesce a superare un certo limite, perché l'evoluzio­ne dell'energia non trova riscontro nell'evolu­zione del tutto che comprende lo spazio ed il tempo, perciò l'energia è costretta ad attendere che ci sia abba­stanza spazio ed abbastanza tempo per far evolvere il tutto del quale fa parte. La causa di questo limite è la struttu­ra del sistema in cui viviamo.

201. Possiamo riconoscere l’esistenza del problema della struttura gerarchica del sistema semplicemente confrontando quello che sappiamo che sarebbe giusto, quindi quello che potrebbe essere, rispetto a quello che riusciamo a fare.

202. La struttura del sistema limita le nostre volontà che non riescono ad esprimersi liberamente.

203. La regola segue l'esigenza la quale, finché manca la regola, fa regredire il tutto, gli fa compiere un mezzo passo indietro. Poi nasce la regola, ed il tutto fa un passo avanti.

204. È così da sempre, perché l'inizio parte dall'esi­genza dell'e­ner­gia di evolvere.

205. Prima è sorta l'esigenza, poi la regola.

206. Per questo l'inizio avviene nel caos, perché all'inizio non esistono regole.

207. Ad un certo grado di comples­sità, si è stabilita la prima regola.

208. È nato l'ordine causale, poi seguito da un caos parziale (determinato dalla differenza di evoluzione dell'energia rispetto all'insieme di energia, spazio e tempo), a sua volta seguito da una nuova regola, poi da un nuovo caos.

209. Questo è il processo dei cicli, una concatena­zione di stati di evoluzio­ne e di involuzione che rallenta l'evoluzione del tutto.

210. L'energia imprigionata nel tutto è costretta a seguire questo proces­so.

211. Quando è sorto il sistema ha avuto origine anche la sua struttura.

212. È così perché l'energia prima dello spazio e del tempo, cioè il tutto prima dello spazio e del tempo, ha avuto l'esigenza di evolvere ed ha trovato il modo per farlo ma non la regola per ordinare senza cicli involutivi l'evoluzione del nuovo tutto che si è creato nello spazio e con il tempo.

213. L'energia pura non conosce e non ha bisogno di regole.

214. Solo l'insieme di energia nello spazio e con il tempo pone l'esigenza delle regole.

215. Dopo aver risolto le proprie esigenze essenzia­li, invece di inventarsi altre esigenze, alcune parti possono decidere di modificare la struttura.

216. Il miglioramento della struttura produce di per sé il miglioramento del tutto, da cui trae origine un nuovo processo.

217. Il nuovo processo è la rivoluzione, il cambiamento ed il riequilibrio, della regola della selezione: superato il livello minimo, invece di perpe­tuare la spinta di affermazione sugli altri, ci si rivolge alla struttura, per modificarla per sé e per gli altri.

218. L’obiettivo dell’essere umano deve essere quello di portare il livello di evoluzione del tutto al livello di evoluzione dell'energia e questo significa scoprire il tutto di noi stessi ed usarlo per migliora­re il tutto del quale siamo parti.

219. Per modificare il modo di evoluzione dei rapporti e dei compor­ta­menti delle parti dei sistemi comples­si è necessario superare la loro struttura gerarchi­ca e creare una struttura partecipati­va, trasformando la piramide a scale in una sfera a percorsi equidistanti dal centro.

220. Il problema della struttura si risolve modificando la sua forma.

221. La composizione delle parti di un pezzo di legno è la stessa dei trucioli ottenuti dalla sua macinazione ma il comportamento è diverso: il soffio di vento che può spargere i trucioli non può alzare il pezzo di legno.

222. Ad una forma diversa della realtà non cambia la sostanza della realtà ma cambiano i suoi comportamen­ti.

223. Si tratta di adeguare la forma della struttura alla sostanza del contenuto.

224. Per trasformare la pirami­de in una sfera è necessario muoverla e farla ruotare affinché assuma le forme prima di un di cono ellittico, poi di un doppio cono ellittico con base comune e, infine, di una sfera.

225. Per far ruotare la piramide è necessario che una parte che si trova su un certo gradino scenda di un livello e, lasciando al suo posto un'entità sostitutiva che occupi lo spazio liberato, associ la sua valenza a quella del livello sul quale è sceso: la valenza del livello inferiore risulta così aumentata della valenza della parte che è scesa, mentre la valenza del livello superiore risulta ridotta dalla neutralità della parte che sostituisce la parte che è scesa al livello inferiore.

226. Ripetendo il metodo si ottiene un processo che aumenta la valenza dei livelli inferiori fino alla base della struttura, da dove è possibile muovere l'intera piramide unendo gli sforzi delle sue parti.

227. Il movimento di rotazio­ne modifica la forma della piramide in quella di un cono ed inclina le scale ad elica.

228. L'accelera­zione del movimento rotatorio espande la superficie laterale mediana del cono ed assottiglia la sua base fino a diventare un doppio cono con base comune.

229. Infine assume la forma di sfera.

230. Questo processo serve a fare in modo che ogni parte del tutto possa esprimere meglio il suo potenziale.

231. Bisogna cambiare la struttura per liberare la sostanza dai limiti della struttura stessa.

232. Il processo si realizza impiegando la nostra intelligenza per il tempo necessario per conoscere e per il tempo necessario per agire (QET2 = quoziente intellettuale per energia nell’unità di tempo per tempo per conoscere per tempo per agire).

233. Noi abbiamo la coscienza di essere, la sensibilità per conosce­re ed elaborare e la capacità di comunicare rapida­mente.

234. In fondo la nostra differenza rispetto ad un sasso è la capacità di fare, a parità di tempo, più cose.

235. Possiamo affermare di essere parti del tutto che pensano più velocemente del tutto.

236. Per realizzare l'equilibrio, noi possiamo o regredire rispetto al tutto oppure far evolvere le altre parti del tutto.

237. Ci possiamo organizzare scoprendo come siamo ed agendo in funzione dello scopo che vogliamo ottenere.

238. Prima di tutto dobbiamo amarci.

239. Poi dobbiamo stabilire come ciascuno di noi deve avere rapporti con ciascun altro, in base a quello che siamo e non in base a quello che vorremmo essere.

240. Poi dobbiamo stabilire come ciascuno di noi si deve porre rispetto all'insieme di tutti gli altri.

241. Poi è necessario produr­re.

242. Infine dobbiamo essere coerenti con i nostri obiettivi e rielaborare le nostre idee nella continua ricerca della verità.

243. Più verità scopriremo e meno errori faremo.

244. Possiamo compiere tutte le azioni che sappiamo essere in coerenza con la nostra strategia.

245. Le azioni sono un mezzo di comuni­cazione di quello che pensiamo.

246. Se le azioni sono incoerenti anche i pensieri saranno distorti e diventeranno incoerenti.

247. Ci saranno ostacoli. Il tutto è racchiuso in una struttura primordiale che cerca di ricondurre le azioni di ogni parte del tutto alla propria struttura gerarchica a forma di piramide a scale.

248. Siccome la valenza di un insieme di parti è superiore alla somma delle valenze delle sue parti, gli ostacoli si superano solo attraverso l'azione compiuta da un insieme di alcune parti senza che tutto il resto si unisca contro l'insieme di quelle parti.

249. Ed è possibile, poiché se si percepisce un problema è perché esiste la possibili­tà di risolverlo.

250. Se nessuno avesse mai pensato allo stesso problema, fino ad ora, significherebbe soltanto che non sono esistite le condizioni per affrontarlo.

251. Percepire un problema significa prima o poi affron­tarlo ed affrontarlo significa prima o poi risolverlo.

252. Anche il sistema umano, quindi, è un sistema complesso, un insieme organizzato di persone e di relazioni tra di esse e tra i loro comportamen­ti, mentre la Terra è l'ambiente costituito dall'insieme di tutto quello che influenza tale sistema ed anche di tutto quello i cui comportamenti sono influen­zati dallo stesso sistema umano.

253. La base del sistema umano, la sua regola fondamen­tale e, quindi, il suo principio organizzativo, è la necessità di comunicare tra le sue parti.

254. Il sistema umano è olistico, un tutto insieme, ed è fondato su tanti sottosistemi.

255. Ogni sistema ha una propria base fondamentale.

256. Far parte di un sistema olistico significa essere tutti parti dello stesso sistema nel quale abbiamo rapporti e comportamenti che dipendono dai sottosistemi sociali, civili, politici, economici, morali e religiosi.

257. Un sistema sociale è l'insieme spontaneo ed organiz­zato di due o più individui e di relazioni tra di essi e tra i loro comportamen­ti in un campo ordinato di rapporti attraverso i quali si può esprimere la massima personalità dei singoli, mentre l'ambiente sociale è costituito dall'in­sieme di tutti quegli individui che influenza­no tale sistema ed anche di tutti gli altri individui i cui comporta­menti sono influenzati dal sistema sociale stesso. La base sociale fondamen­tale è l'attrazione tra due o più persone.

258. Un sistema civile è l'insieme delle regole che realizza­no l'equilibrio dei rapporti dei singoli e dei gruppi che parteci­pano ad una società organiz­zata e di relazioni tra di esse e tra i loro effetti, mentre l'ambiente civile è costituito dall'insieme di tutti i comporta­menti che influenza­no tale sistema ed anche di tutti quelli che sono influenzati dal sistema civile stesso e dalle sue regole. La base civile fondamentale è la libertà del singolo rispetto a quella di tutti gli altri.

259. Un sistema politico è l'insieme dei modi in cui vengono coordinati i rapporti ed i comporta­menti di tutti coloro che partecipano ad una società organiz­zata attraverso la forma­zione e la gestione dell'autorità che deriva all'intera società sul singolo in funzione del bene comune, mentre l'ambiente politico è costituito dall'insieme di tutte le volontà che influenza­no tale sistema ed anche di tutte quelle che sono influen­zati dal sistema politico stesso. La base politica fondamentale è la reciproca aspettativa tra ogni persona e tutte le altre.

260. Un sistema economico è l'insieme organizzato dei soggetti che partecipano ai processi di produzione e di destinazione della ricchezza ed anche dei rapporti e dei comportamenti tra quei soggetti e tra di essi e le risorse naturali, mentre la natura è l'ambiente costituito dall'in­sieme di tutti i soggetti e le risorse che influenzano tale sistema ed anche di tutto quello che risulta influenzato dal sistema economico stesso. La base economica fondamen­tale è la disponibilità delle risorse che si è in grado di trasformare.

261. Un sistema morale è l'insieme degli atteggiamenti umani e di relazioni tra di essi e tra i comportamenti personali e collettivi che si realizzano nelle manifestazioni e nelle condizioni della vita intellettuale e nelle loro concretizzazio­ne, mentre l'ambiente morale è costituito dall'insie­me delle coscienze e degli atti che influenza­no tale sistema ed anche di tutto quello che viene influenzato dal sistema morale stesso. La base morale fondamentale è la coerenza tra pensiero ed azione.

262. Un sistema religioso è l'insieme delle idee e delle concezioni sull'esistente dei singoli e dei gruppi e delle relazioni tra di essi e tra le loro manifestazioni, mentre l'ambiente religioso è costituito dall'insie­me delle cono­scen­ze, dei fatti e delle deduzioni che influenza­no il sistema ed anche di tutto quello che viene influenzato dal sistema religioso stesso. La base religiosa fondamentale è la necessità di conoscere la verità.

263. Noi siamo fatti di sostanza e non possiamo cambiare ciò di cui siamo fatti.

264. La sostanza ha un suo sistema, una sua struttura e una sua regola fondamentale.

265. Per modifi­care la sostanza bisognerebbe cambiare il sistema dei rapporti e dei comportamenti tra le sue parti.

266. Per modificare il sistema bisognerebbe modificare la sua struttura e per farlo bisognerebbe conoscere tutte le regole della struttura stessa.

267. Siccome nessuna parte di un sistema può conoscere tutte le regole del sistema di cui è parte, non sembra possibile modificare né la struttura né il sistema della sostanza.

268. Possiamo invece cambiare la forma della sostanza, come possiamo cambiare la forma di quasi tutte le cose che i nostri sensi percepisco­no.

269. Può darsi che la trasfor­mazione della forma della sostanza modifichi anche la sostanza, ma può anche darsi che ciò non avvenga.

270. In ogni caso l'effetto sarà positivo, perché anche il solo miglioramento della forma consentirebbe alla sostanza di vivere e svilupparsi meglio.

271. Per cambiare la forma della sostanza, è necessario che il sistema individuale di una sua parte (l'organismo di un singolo) conquisti una complessità tale da richiedere la modifica della propria struttura.

272. Modificando la struttura del sistema si dà origine ad un nuovo sistema, che potrà essere emulato e perfezionato da altri soggetti mediante il continuo migliora­mento della sua struttura.

273. Quando l'insieme dei soggetti del nuovo sistema raggiun­ge un’unione tale per cui la valenza dell'insieme risulta superiore alla somma delle valenze dei soggetti che ne fanno parte, l'unità di quell’insieme può incidere sul sistema umano.

274. Nessuna delle parti che incontra può essere capace di resistere, perché la valenza delle azioni e delle contro-re­azioni dell'unità dell’insieme è superiore alla somma delle valenze delle reazioni che incontra.

275. Vale la regola secondo la quale cinque parti in disaccordo espri­mono la massima debolezza del loro insieme, mentre l'unione di due parti d'accor­do ha una valenza superiore non solo alla somma delle valenze di ciascuna delle due parti ma anche a quella delle tre parti in disaccordo.

276. Prima di fare bisogna essere, per essere bisogna pensare, per pensare bisogna dedurre e per dedurre bisogna percepire.

277. Siamo quello che mangiamo e quello che respiriamo perché pensiamo a nutrirci ed a respirare.

278. Pensiamo a nutrirci ed a respirare perché deduciamo dalla nostra esperien­za e dalla nostra intuizione il modo di farlo.

279. Deduciamo il modo di farlo perché percepiamo, cioè sentiamo la sensazione di fame e l'esigenza di ossige­no.

280. Senza percezione non esiste deduzione, senza deduzio­ne non esiste pensiero, senza pensiero non esiste coscien­za di essere, senza coscienza di essere esistono solo il passato ed il presente ma non il futuro.

Titolo XI

Le iniziative

281. Holos Global System è un insieme di iniziative concrete per contribuire a superare e soddisfare le necessità umane nel suo insieme. È un progetto complesso, un insieme di idee e di azioni tutte riconducibili al medesimo obiettivo di consentire ad ogni essere umano di soddisfare le proprie necessità per conquistare l’immortalità. È un progetto ambizioso ma necessario.

282. L'obiettivo di Holos Global System è la modifica del modo di percezione, della strategia d'insieme, del futuro prevedibile. Gli effetti saranno dapprima la mutazione dei comportamenti di alcune parti, poi il potenziamento di un gruppo di parti, quindi la creazione di nuovi rapporti, infine l’emulazione dell'insieme. I mezzi sono la conoscenza, le idee, le risorse, l’organizzazione, la comunicazione. La strategia è il trasferimento di conoscenza, l’induzione e potenziamento delle idee, l’acquisizione delle risorse, una nuova destinazione strutturale delle risorse, l’accentramento organizzativo, il decentramento strutturale, l’informazione interattiva, l’accelerazione dei processi (disgregazione e partecipazione). Il risultato (scopo funzionale al fine) sarà maggiore conoscenza, miglioramento dei comportamenti, nuova percezione dei problemi, nuove soluzioni ai problemi, emulazione, potenziamento degli emulatori, assorbimento degli antagonisti, superamento delle vecchie regole, creazione delle nuove regole, inizio del nuovo processo.

283. Holos Global System è costituito dalle seguenti iniziative in parte già attivate:

Tejas – Sviluppo della produzione e dell’utilizzo dell’energia sul Pianeta;

Udaka – Aumento della quantità di acqua disponibile e sua redistribuzione;

Asana – Risoluzione del problema della fame nel mondo;

Ayus – Miglioramento della salute attraverso ricerca, terapia e prevenzione;

Jnana – Potenziamento dell’informazione e sua disponibilità per ogni essere umano;

Vadana – Diffusione di centri di comunicazione sociale;

Karoti – Piani di produzione settoriali e regionali;

Tetrakos – Progetti economici nazionali di sviluppo;

Nava – Promozione e realizzazione di nuove imprese in ogni settore;

Varga – Impresa universale costituita da gruppi regionali di imprese;

Karana – Sviluppo mondiale dei mezzi di produzione;

Bhaks – Produzione di beni durevoli di consumo ad utilizzazione continuata;

Seva – Sviluppo dei servizi per le imprese e per i privati;

Ecology – Programma di disinquinamento ambientale;

Kosa – Nuovo sistema globale di rapporti finanziari;

Cinoti – Raccolta del risparmio da destinare a scopi produttivi;

Parasparam – Reinvestimento produttivo della ricchezza prodotta;

Synergy – Sistema di rapporti societari e commerciali fra le imprese;

Vencap – Interventi per il potenziamento delle imprese esistenti;

Vikraya – Compensazione internazionale dei pagamenti commerciali;

Stellar – Sistema informatico interattivo via etere;

Eka – Progetto di sicurezza personale a diffusione globale;

Pat–Patati – Nuovo sistema di circolazione con veicoli a decollo verticale;

Cyberbank – Banca telematica utilizzabile con tutti i mezzi di comunicazione;

Santi – Programma di conversione dell’industria bellica;

Avatar – Centro mondiale di ricerche applicate;

Rinnovamento – Progetto di riforma contestuale e programmata dei sistemi umani;

Repubblica della Terra – Governo mondiale eletto dagli abitanti del Pianeta;

Dhana – Nuova unità monetaria di misura del valore;

Kayamara – Progetto per realizzare l’immortalità delle cellule viventi.

284. Il simbolo del Programma Holos Global System è un triangolo all’interno di un esagono dal quale partono trenta segmenti racchiusi in un cerchio.

285. Ogni progetto è del tutto autonomo dagli altri ma fa parte della stessa strategia.

286. Per realizzare ogni progetto servono idee, risorse, organizzazione. Per idea si intende soluzione a problemi materiali esistenti. Le risorse sono umane e materiali. Le risorse umane sono le persone che possono e vogliono partecipare ad un progetto e svolgere una certa funzione. Le risorse materiali sono quelle naturali ed il denaro per acquisirle. L’organizzazione è il sistema di rapporti e di comportamenti da adottare in funzione di un fine.

287. Le idee sulle quali sono fondati i progetti ed i programmi di Holos Global System costituiscono soluzioni alle necessità prevalenti di ogni essere umano.

288. Esse potranno essere aggiornate ed implementate nel corso della loro concreta realizzazione.

289. Le risorse umane e materiali necessarie per realizzare i progetti sono notevoli.

290. Tendenzialmente, ogni partecipante al progetto dovrà produrre la ricchezza necessaria a sostenere le proprie esigenze economiche, non tanto perché questo incida sulle esigenze finanziarie del progetto, quanto perché ognuno deve tenere in considerazione le proprie esigenze economiche e sapere come soddisfarle.

291. Le risorse materiali potranno essere tipiche ed innovative.

292. Risorse materiali tipiche sono il denaro ed i crediti.

293. I crediti possono essere rappresentati da vendite, prestazioni od obbligazioni.

294. Le risorse innovative sono fondate su Dhana, la nuova moneta.

295. L’organizzazione sarà di tipo circolare a cerchi concentrici: un nucleo centrale per il coordinamento dell’insieme dei progetti ed una struttura per ogni progetto.

296. Le funzioni essenziali sia del nucleo centrale di coordinamento sia dei nuclei di coordinamento di ogni progetto saranno sempre idee, risorse, organizzazione.

297. Chi ha ideato il progetto e lo propone non partecipa alla struttura, che dovrà essere costituita esclusivamente da tecnici nelle varie mansioni.

298. Per ognuno dei progetti di Holos Global System si precisano le soluzioni proposte e le risorse e l’organizzazione per realizzarle.

1) Tejas (Energia)

299. Il livello di benessere è direttamente proporzionale alla quantità di energia impiegata. La crescita annuale mondiale della produzione di energia è inferiore all’uno per cento. Negli ultimi anni è stata del due per mille. Tejas è un programma di sviluppo mondiale dello sfruttamento dell’energia. Il programma si propone lo l’utilizzo di tutte le fonti di energia (metano, biomasse, fiumi, cascate, deserti, foreste, maree, correnti marine, vento, sole, spazio, batteri, nucleare) e di ricercare nuove soluzioni (motori, impianti, apparati) per accelerare l’incremento delle sfruttamento delle risorse energetiche.

300. L’aumento della produzione di energia si ottiene mediante un maggiore sfruttamento delle risorse naturali.

301. Per la diffusione ottimale della produzione di energia è necessario realizzare piani regionali e locali di utilizzazione delle risorse naturali. L’unica risorsa naturale presente in ogni angolo abitato del Pianeta è l’energia solare.

302. I sistemi di sfruttamento richiedono impianti di metanizzazione, apparati per produzione di energia dalle biomasse, dighe, centrali idroelettriche, convertitori del calore in energia elettrica, sistemi di trasformazione dell’ossido di carbonio in ossigeno, impianti di sfruttamento delle maree e delle correnti marine, centrali eoliche, pannelli solari, trasformazione dei raggi gamma in energia elettrica, centrali nucleari a fusione fredda.

303. Si ribadisce che il livello di benessere è direttamente proporzionale alla quantità di energia impiegata. La crescita annuale mondiale della produzione di energia è inferiore all’uno per cento. Negli ultimi anni è stata del due per mille. Tejas è un programma di sviluppo mondiale dello sfruttamento dell’energia. Il programma si propone lo l’utilizzo di tutte le fonti di energia (metano, biomasse, fiumi, cascate, deserti, foreste, maree, correnti marine, vento, sole, spazio, batteri, nucleare) e di ricercare nuove soluzioni (motori, impianti, apparati) per accelerare l’incremento delle sfruttamento delle risorse energetiche.

304. (Risorse in fase di ricalcolo)

305. Per promuovere il progetto serve una struttura organizzativa costituita da un gruppo centrale di 81 addetti e 233 gruppi nazionali da 36 addetti, per un totale di 8.469 addetti al progetto.

306. Con questa struttura si può fare sperimentazione, trovare le forme applicative, promuovere la partecipazione delle imprese, degli stati e dei privati.

2) Udaka (Acqua)

307. Negli ultimi cinquant’anni la quantità di acqua dolce disponibile per ogni abitante della Terra si è ridotta a meno della metà. Cause principali sono l’aumento della popolazione, l’inquinamento ed i cambiamenti climatici globali. La scarsità di acqua complessivamente disponibile e la sua irregolare diffusione sul Pianeta rischiano di provocare conflitti e guerre in diverse regioni. L’acqua dei fiumi e dei laghi utilizzabile è solo il tre per mille dell’acqua dolce presente sul Pianeta, per il settanta per cento imprigionata in ghiacciai e nevi permanenti e per il trenta per cento confinata nel sottosuolo. Il programma Udaka si propone di aumentare la quantità di acqua disponibile e di migliorare le sua distribuzione.

308. L’aumento della disponibilità di acqua dolce sul Pianeta si ottiene mediante il disinquinamento delle risorse esistenti e la realizzazione delle strutture idonee ad evitare le perdite e gli sprechi.

309. Per dare acqua a chi ne è privo è necessario trasferire l’acqua dai bacini in cui si trova e trovare nuove forme per utilizzare quella presente nelle zone attualmente sprovviste.

310. (Risorse in fase di ricalcolo)

311. Per promuovere e realizzare il progetto serve un gruppo di coordinamento di 144 addetti e 233 gruppi nazionali di 108 addetti, per un totale di 25.308 addetti.

3) Asana (Cibo)

312. Il programma Asana prevede l’invio gratuito e la distribuzione di cibo a chi rischia di morire di fame. Negli ultimi dieci anni il numero di persone che soffrono la fame si è ridotto di meno del 5% e nei prossimi trent’anni è prevista un’ulteriore riduzione di poco più del 40%. Oggi 777 milioni di persone soffrono la fame. È pazzesco pensare che per risolvere questo problema basterebbe un dollaro al giorno per ogni affamato, 284 miliardi di dollari all’anno, il 6,5 per mille della ricchezza mondiale prodotta ogni anno.

313. Per risolvere il problema del cibo bisogna dar da mangiare per tre anni a chi soffre la fame.

314. In tre anni si devono creare le condizioni affinché ciascuno sia in grado di produrre abbastanza per la propria sopravvivenza ed il suo sviluppo.

315. (Risorse in fase di ricalcolo)

316. La struttura necessaria per realizzare il programma prevede 25.900 centri di produzione di pasti con 6 addetti (155.400), 77.700 gruppi di distribuzione da 6 persone (466.200) ed una struttura centrale di  coordinamento di 288 addetti, per un totale di 621.888 addetti.

4) Ayus (Salute)

317. La salute è una delle condizioni essenziali per vivere bene. Oltre la metà della popolazione mondiale non gode di sufficiente assistenza sanitaria. Il programma Ayus prevede interventi a livello di ricerca, terapia e prevenzione.

318. La salute fisica richiede ricerca, prevenzione e cura delle malattie.

319. Bisognerà utilizzare i moderni strumenti di diagnosi rapida ed adottare i ritrovati che la scienza ci offre.

320. Questo programma può essere realizzato mediante la partecipazione delle organizzazioni esistenti, alle quali assicurare le risorse per potenziare le loro strutture ed affrontare il problema nel suo complesso.

321. (Risorse in fase di ricalcolo)

322. Serve una struttura organizzativa centrale con 72 responsabili e 28 gruppi regionali con 144 addetti, per un totale di 4.104 addetti.

5) Jnana (Conoscenza)

323. Analfabetismo ed insufficiente informazione sono fra le cause principali di povertà e malessere. Centinaia di milioni di esseri umani non sanno leggere e scrivere e miliardi di persone non sono raggiunte da adeguata informazione. Il programma Jnana si propone di aumentare l’informazione globale e di renderla accessibile per ogni essere umano.

324. Secondo i dati più recenti, 1,4 miliardi di persone di età superiore a sei anni sono analfabeti. Per la loro alfabetizzazione servono almeno 7,7 milioni di strutture scolastiche (30 allievi per 3 ore per 6 turni al giorno), con almeno 20 milioni di insegnanti (70 allievi per insegnante). Questa è la dimensione del problema.

325. (Risorse in fase di ricalcolo)

6) Vadana–Karna (Centri di comunicazione sociale)

326. Per avere successo, servono idee, risorse, organizzazione e, soprattutto strumenti di comunicazione. L'attuale tecnologia di comunicazione di massa – giornali, radio, televisione – inducono i destinatari ad un processo di aggregazione, cioè ad una sorta di imitazione e non, invece, alla partecipazione per emulazione. La differenza tra imitazione ed emulazione è enorme. Si imita per «sentirsi» come un altro, per assumerne identici atteggiamenti, fingendo di essere come in realtà non si è. Si «emula» per comprendere come pensare e come agire per realizzare se stessi, per essere realmente come si vuole essere. L'imitatore non ha l'obiettivo di essere, non ha la volontà di essere, ma piuttosto di apparire. L'emulatore «vuole» essere e per diventare quello che vuole essere cerca di comprendere il processo logico che altri hanno adottato per essere e lo adatta alle proprie qualità, ai propri attributi. Potrà avere o non avere riconosciuto il suo essere, ma se avrà voluto essere ed emulato abbastanza per essere, sentirà di essere come realmente è.

327. L'essere riconosciuto è il potere di essere rispetto agli altri, l'essere non riconosciuto è l'essere senza potere rispetto agli altri, ma non è certamente non essere. Le parti prevalenti – che sono ed hanno il potere di essere – della struttura del nostro sistema esercitano il loro potere affinché noi pensiamo di potere senza essere. In tal modo, quelle parti continueranno ad essere ed avere il potere di essere e noi continueremo a pensare di potere senza essere, essendo poco e potendo quasi nulla. Per essere, quindi, bisogna volere e bisogna emulare. Per potere bisogna essere e bisogna farsi emulare, attraverso un processo dialettico, del tipo socratico, mediante il quale si confrontano le esigenze e le idee per soddisfarle, si ricevono, si producono e si esternano informazioni su come sia meglio – o meno peggio – fare. Per realizzare questo processo dialettico servono spazi nei quali più persone possano liberamente incontrarsi e confrontarsi. Questi sono gli scopi di una rete di centri di comunicazione in collegamento costante tra di essi.

328. Il programma Vadana-Karna prevede ritrovi interattivi su tutto il Pianeta, istituiti in base a parametri demografici equivalenti sul territorio. Ogni ritrovo potrà ospitare circa 250 persone che potranno comunicare e confrontarsi con gli ospiti di tutti gli altri ritrovi.Una tale struttura può essere autogestita dagli stessi partecipanti, mediante il modesto apporto di circa 500 euro all'anno, sufficienti ad ospitare anche quelle persone – circa un terzo – che non possono sostenere alcun costo ma che sono disponibili ed interessate a partecipare, eventualmente prestando il loro lavoro al posto del contributo.

329. I centri di comunicazione sociale sono strumenti dialettici interattivi che consentono a  gruppi di persone in ogni parte del mondo di entrare in contatto, parlare e discutere fra di loro.

330. (Risorse in fase di ricalcolo)

7) Karoti (Piani di produzione)

331. Da circa diecimila anni l’essere umano produce per vivere. Prima cibo, poi mezzi di produzione, quindi prodotti finiti. La produzione è il mezzo per soddisfare bisogni e desideri materiali, spesso vitali. Il programma Karoti prevede una mappatura delle esigenze e possibilità produttive delle diverse regioni del Pianeta ed un piano globale di investimenti per adeguare la loro capacità produttiva, tenendo conto delle caratteristiche storiche e sociali delle popolazioni.

332. I piani di produzione regionali e settoriali servono ad individuare i progetti di sviluppo che si devono realizzare per gruppi di Paesi ed in quali settori.

333. Le regioni sono: 1) America Nord, 2) America Centro Nord, 3) America Centrale, 4) America Centro Sud, 5) America Sud, 6) Europa Nord, 7) Europa Centro, 8) Europa Sud, 9) Medio Oriente 10) Asia Nord Occidentale, 11) Asia Nord Orientale, 12) Asia Centrale, 13) Asia Sud Occidentale, 14) Asia Sud Orientale, 15) Asia Sud, 16) Australia, 17) Africa Nord Occidentale, 18) Africa Nord Orientale, 19) Africa Centrale, 20) Africa Sud Occidentale, 21) Africa Sud Orientale, 22) Africa Sud.

334. Per ogni regione serve un gruppo di 36 addetti, coordinati da un centro con 144 addetti, per un totale di 936 persone.

335. (Risorse in fase di ricalcolo)

8) Tetrakos (Progetti economici nazionali)

336. Ogni Paese ha le sue peculiarità ed ogni popolo ha le sue esigenze. Il programma Tetrakos si propone di promuovere progetti economici nazionali in ogni Paese. I progetti economici nazionali sono piani di sviluppo della produzione e dei servizi. Essi prevedono l’istituzione di nuove imprese per aumentare la produzione e creare lavoro.

337. I progetti economici nazionali servono a realizzare progetti di sviluppo tenendo conto della regione in cui si trova ogni Paese e dei programmi già impostati dalle sue istituzioni nazionali.

338. Serve una struttura costituita da 48 addetti per ciascuno dei 233 Paesi, coordinati da un gruppo centrale di 700 addetti, per un totale di 11.884 addetti.

339. (Risorse in fase di ricalcolo)

9) Nava (Promozione nuove imprese)

340. L’economia è fondata sull’impresa. Nessun progetto potrà mai essere realizzato senza la base sulla quale si fondano le attività da svolgere. Il programma Nava si propone di promuovere e realizzare nuove imprese in ogni Paese, con la partecipazione dei lavoratori alla loro gestione. Una parte del capitale di ogni impresa sarà detenuta da un ente i cui associati saranno i lavoratori dell’impresa stessa per tutto il tempo in cui presteranno la loro opera per essa.

341. Per sviluppare la produzione e l’economia servono dunque imprese.

342. Sono previste 342.000 nuove imprese per 83 milioni di addetti in tre anni, più altri 64 milioni di addetti nei successivi tre anni.

343. (Risorse in fase di ricalcolo)

10) Varga (Impresa universale)

344. Sviluppo, recessione e ripresa sono i cicli economici fondamentali dell’economia. I cicli sono dovuti a molteplici fattori, fra i quali il rapporto fra offerta di beni e domanda solvibile di mercato.

345. Il programma Varga prevede per ogni Paese un gruppo di imprese operanti in diversi settori coordinate da un solo centro.

346. Il progetto dell’impresa universale è una soluzione per evitare ed eventualmente superare le crisi cicliche dei sistemi economici.

347. (Risorse in fase di ricalcolo)

348. Nell'impresa universale sono inizialmente occupati complessivamente circa 50 milioni di lavoratori, con un indotto di almeno 100 milioni di addetti nelle imprese rapportate. Nei successivi tre anni dall'inizio delle attività, dopo il consolidamento dell'iniziativa, si prevede il raddoppio del numero d'occupati e del valore della produzione.

11) Karana (Mezzi di produzione)

349. Oltre quattro miliardi di esseri umani, circa tre quarti della popolazione del Pianeta, non hanno sufficiente capacità di trasformare risorse in prodotti. Servono macchinari, impianti ed attrezzature per l’agricoltura e per l’industria. Karana è un programma di sviluppo mondiale dei mezzi di produzione.  Il programma prevede sinergie con i programmi Karoti (piani di produzione), Tetrakos (progetti economici nazionali) e Nava (promozione nuove imprese).

350. (Risorse in fase di ricalcolo)

12) Bhaks (Prodotti durevoli)

351. I prodotti durevoli sono i beni non produttivi ad utilizzazione continuata. Il programma Bhaks ha individuato alcune centinaia di prodotti di uso comune che rendono più gradevole la vita sociale e civile. Una parte dei macchinari, impianti ed attrezzature previsti dal programma Karana sarà destinata alla produzione di prodotti durevoli.

352. (Risorse in fase di ricalcolo)

13) Seva (Servizi)

353. I servizi sono oggi una componente essenziale della produzione e del mercato ed in generale dei rapporti sociali ed economici. Il programma Seva si propone di incrementare la diffusione dei servizi sul Pianeta e di ridurre sensibilmente il loro costo mediante un sistema accessibile a tutti.

354. (Risorse in fase di ricalcolo)

14) Ecology (Ambiente)

355. L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo hanno già provocato consistenti modifiche nel clima e nell’ambiente naturale del Pianeta. Il programma Ecology si propone di produrre senza inquinare, di sollecitare consumi senza distruggere l’ambiente e di accelerare, con la tecnologia necessaria, il processo di ripristino delle condizioni esistenti cinquant’anni fa.

356. (Risorse in fase di ricalcolo)

15) Kosa (Finanziamenti all’economia reale)

357. Oltre il 90% delle attuali transazioni finanziarie avvengono all’esterno dell’economia reale e non riguardano merce.

358. Il programma Kosa si propone di trasferire parte della massa monetaria attualmente impiegata per altri scopi nella economica reale, alle imprese che producono beni e servizi.

16) Cinoti (Raccolta risparmio)

359. Il progetto Cinoti ha lo scopo di sollecitare il risparmio a scopi produttivi, facendo partecipare i risparmiatori al sistema delle imprese che producono e distribuiscono beni e servizi con garanzia totale del rimborso del capitale impiegato.

17) Parasparam (Reinvestimento ricchezza)

360. Il programma Parasparam (in sanscrito, parasparam significa reciprocità) si propone di sollecitare la destinazione a scopi produttivi della massima ricchezza possibile prodotta dalle imprese, mediante un sistema che consente forti vantaggi a chi investe e limita il rischio di impresa derivante dai nuovi investimenti.

18) Synergy (Rapporti societari e commerciali)

361. Synergy è un sistema di rapporti reciproci fra imprese che producono e commercializzano beni che attraverso una accelerazione dell’informazione consente di ridurre i tempi ed i costi commerciali, produttivi e finanziari.

19) Vencap (Venture capital)

362. Generalmente le imprese riescono a produrre ed a vendere meno di quanto potrebbero. La differenza fra potenziale produttivo e produzione effettiva è un potenziale inespresso, inutilizzato. Il programma Vencap si propone di offrire alle imprese esistenti la possibilità di coprire il potenziale produttivo inespresso.

20) Vikraya (Clearing internazionale)

363. Vikraya prevede un sistema di regolamento delle transazioni commerciali internazionali attraverso un processo di baratti mediante un centro di compensazione consortile mondiale.

21) Stellar (Sistema informativo via etere)

364. Il progetto Stellar prevede un sistema informativo via etere che, mediante satelliti geostazionari, consentirà ad ogni essere umano di ottenere in tempo reale una risposta a qualsiasi domanda per la quale esiste già una risposta. Nello stesso tempo il sistema potrà arricchire le attuali conoscenze con le informazioni provenienti dagli utenti stessi.

365. (Risorse in fase di ricalcolo)

22) Eka (Sicurezza personale)

366. Eka prevede un sistema di sicurezza personale mediante il quale ogni persona potrà collegarsi ad una rete di unità di intervento diffuse su tutto il Pianeta ed essere rapidamente soccorsa in caso di urgente bisogno.

367. (Risorse in fase di ricalcolo)

23) Pat-Patati (Circolazione aerea)

368. Pat–Patati prevede un sistema di circolazione aerea di massa con un veicolo a decollo verticale (Air-X) collegato ad una rete di controllo del traffico che garantirà la sicurezza dei voli ed un apparato che consente a qualsiasi persona di volare.

369. (Risorse in fase di ricalcolo)

24) Cyberbank (Banca telematica)

370. CyberBank prevede un sistema tele–informatico mediante il quale sarà possibile effettuare pagamenti e riscossioni presso qualsiasi banca mediante un semplice cellulare.

371. È stata predisposta la struttura hardware e sono stati presi i primi contatti con il sistema bancario.

25) Santi (Conversione industria bellica)

372. Il programma Santi prevede la conversione dell’industria bellica in altre attività produttive tra le quali la produzione di meccanismi ed apparati elettromedicali ed organi artificiali. Si stanno studiando gli esiti di numerose ricerche e successivamente saranno definiti i processi di riconversione.

26) Avatar (Centro mondiale ricerche)

373. Il progetto Avatar prevede la diffusione di un centro mondiale di ricerche che sarà utilizzato da enti pubblici e privati per compiere scelte economiche e produttive.

374. (Risorse in fase di ricalcolo)

27) Rinnovamento (Progetto di riforma del sistema umano)

375. Il progetto di Rinnovamento prevede la riforma contestuale e programmata dei rapporti e dei comportamenti attraverso la modifica della struttura del sistema gerarchico mediante un processo dialettico fra tutte le persone.

28) Repubblica della Terra (Governo democratico mondiale)

376. La Repubblica della Terra è un sistema di governo democratico al quale possono partecipare tutti gli abitanti del Pianeta.

377. È stata fondata il primo gennaio 2001. La Costituzione della Repubblica della Terra enuncia i principi di un sistema di rapporti umani fondato sulla pace, sul benessere, sulla libertà, sulla democrazia e sulla solidarietà. Le Disposizioni di attuazione della Costituzione prevedono le regole da applicare fino a quando non sarà eletta l’Assemblea Internazionale ed il Governo Mondiale.

378. L'istituzione della Repubblica della Terra, come governo planetario, con il compito di unificare i processi di sviluppo, non deve essere confusa con una sorta di nuovo impero, ma come forma alternativa rispetto a tale prospettiva.

379. La Repubblica della Terra non riafferma il primato di un nuovo stato ma conferma e soprattutto realizza la sovranità dei popoli su tutti gli stati. L'idea che gli esseri umani possano raggiungere ad un certo momento un sufficiente autocontrollo senza bisogno di interventi da parte di una autorità risale al tempo dell'origine dello stato, considerato come mezzo per promuovere lo sviluppo della massima responsabilità individuale. Ma, come di consueto, quando lo strumento – lo stato – si è affermato, è esso stesso diventato fine, per il solito discorso che ogni parte del sistema tende al proprio massimo potenziamento finché non lo ha raggiunto.

380. Concettualmente e storicamente, questa strategia non consente di superare lo stato, proprio perché la sostituzione di una classe dominante con un'altra non può realizzare il suo massimo potenziamento e, quindi, non riesce a modificare la visione di stato come fine.

381. Solo con il suo massimo potenziamento, lo stato può essere riportato alla sua funzione originaria di promotore della massima responsabilità di ciascun individuo, perché solo al massimo potenziamento dello stato – inteso come stato democratico – può coincidere la massima responsabilità di ciascun individuo, rendendo così inutile l'esistenza stessa dello stato.

382. L'idea della Repubblica della Terra considera perciò che l'esaurimento dello stato possa essere ottenuto attraverso organismi democratici con il compito di intervenire laddove gli stati non hanno mai potuto, per superare i loro limiti nell'esercizio della funzione di contribuire allo sviluppo della massima responsabilità degli abitanti del Pianeta, per realizzare una situazione in cui la convivenza sia fondata solo sulle regole spontaneamente accettate ed adottate, senza più bisogno di interventi da parte di una qualsivoglia autorità precostituita come sono, appunto, gli stati.

383. La Repubblica della Terra deve essere intesa, dunque, come una nuova istituzione e non come una sovrapposizione rispetto agli stati. E deve partire dalla base, dagli abitanti della Terra, non certamente dagli stati esistenti, altrimenti si tratterebbe di un'organizzazione di stati e non di un'organizzazione di cittadini.

384. In questa visione, la Repubblica della Terra è espressione dei popoli della Terra, anzi «del popolo della Terra», il quale, riconoscendosi in un insieme di valori di riferimento, intende trasformare questi valori in caratteri pragmatici: prima indotti, attraverso il processo di emulazione, dall'azione della nuova istituzione; poi, spontaneamente adottati da ogni parte (da ogni individuo), nel momento stesso in cui ogni parte realizza il proprio massimo potenziamento individuale.

385. Come ogni realtà ha un inizio ed una fine, così lo stato, che ha avuto inizio per necessità, troverà la sua fine solo quando non esisterà più la necessità.

386. Per affermare una tale istituzione bisogna dimostrare i vantaggi che derivano dalla sua fondazione ed impiegare una forza adeguata per farla partire dal basso e per divulgarne la forma e lo scopo.

387. Non sarà possibile che anche la Repubblica della Terra si trasformi essa stessa in fine, proprio perché è nel suo carattere la tendenza al massimo potenziamento e, di conseguenza, la propria dissoluzione finale. Ed è proprio questo fine–obiettivo di autodissoluzione finale che impedisce la trasformazione della sua natura di mezzo in fine.

388. L'obiettivo della dissoluzione finale attraverso il massimo potenziamento costituisce in sé la garanzia che la Repubblica della Terra non potrà agire per consolidare il suo potenziamento, ma solo come mezzo per potenziare i partecipanti allo scopo, appunto, di poter realizzare la propria dissoluzione.

29) Dhana (Moneta mondiale)

389. Il valore è la capacità delle cose di soddisfare necessità. La misura del valore è il rapporto fra cose e necessità. L’unità di misura del valore è la grandezza sulla base della quale si calcola il rapporto fra una cosa e la necessità che soddisfa.

390. La moneta è unità di misura del valore. Dhana è l’unità monetaria di misura del valore reale dei beni materiali ed immateriali. La sua base economica è costituita da capitali di imprese, cioè da mezzi di produzione.

391. Ogni risorsa ha un valore perché serve a soddisfare necessità. Mentre alcune risorse naturali hanno una capacità sufficiente a soddisfare necessità senza alcuna attività umana, altre hanno invece bisogno di essere trasformate per assumere la capacità di soddisfare bisogni, desideri ed emulazioni.

392. L’istinto, la memoria e la forza fisica sono risorse umane capaci di soddisfare le necessità di preservare, di ricordare e di muoversi. L’aria e l’acqua, se sono pure, diversi frutti della natura e le caverne sono risorse ambientali capaci di soddisfare le necessità di respirare, dissetarsi, nutrirsi e ripararsi.

393. Diverse facoltà mentali devono essere sviluppate affinché assumano la capacità di intendere, pensare, giudicare e dedurre. Molti frutti non sono utilizzabili allo stato naturale se non vengono coltivati o trasformati. L’erba verde non è commestibile se non viene trasformata. La calce non può servire da riparo se non viene trasformata in case.

394. E così tante altre risorse naturali non hanno di per sé la capacità di soddisfare necessità se non vengono trasformati in prodotti. Per farlo, serve attività umana, serve lavoro. Il lavoro umano è il mezzo con cui si impiegano energia fisica ed intellettuale umana.

395. Quasi tutte le risorse naturali non avrebbero valore e non potrebbero soddisfare necessità se non venissero trasformate in prodotti mediante il lavoro. Perciò il lavoro è ciò che produce valore perché è il lavoro che rende le cose capaci di soddisfare necessità.

396. Nel definire una unità di misura del valore non solo non si può prescindere dal lavoro che è intrinseco alle cose (prodotti) ma il lavoro assume nella quasi totalità delle cose il carattere di essenzialità perché le stesse abbiano valore.

397. Il valore non è un dunque un rapporto fra due o più cose ma fra cose e necessità. La misura del valore di una cosa dipende dalla quantità di lavoro di una certa qualità impiegata nell’unità di tempo per il tempo impiegato per trasformarla nello stato in cui può soddisfare una necessità.

398. La moneta è unità di misura del valore. Da che cosa può essere rappresentata questa unità di misura se non da unità di lavoro? Possiamo allora definire la moneta, in quanto unità di misura di valore, come unità di misura di lavoro. Per una moneta che abbia come base monetaria il lavoro, l’unità di misura monetaria sarebbe una quantità di lavoro di una certa qualità.

399. Mentre è possibile stabilire esattamente il tempo impiegato nel lavoro, non è possibile definire parametri precisi per la quantità e la qualità di lavoro nell’unità di tempo. Perciò si dovranno usare i termini quantità normale di lavoro e qualità media del lavoro. Definiamo allora l’unità monetaria che misura il valore come una quantità normale di lavoro di qualità media per un certo tempo. La grandezza di tale unità monetaria è direttamente proporzionale al risultato che si ottiene. Maggiore sarà la produttività, maggiore sarà il valore del lavoro, maggiore sarà la grandezza dell’unità monetaria.

400. Dhana è l’unità monetaria che misura l’unità di lavoro, intesa come quantità normale di lavoro di qualità media per un certo tempo.

401. Aumentando la produttività aumenterà il valore di Dhana.

402. Dhana è stata introdotta il 14 giugno 2001, con la emissione dei primi 6 miliardi di Dhana, garantiti da un capitale di 150 miliardi di Euro. Successivamente sono stati emessi altre Dhana. È prevista la emissione di circa 500 miliardi di Dhana, 100 per ogni assegnatario più il 5% per iniziative umanitarie.

403. Inizialmente Dhana aveva il cambio fisso di 1 Dhana per 25 Euro, poi sostituito con quello di 1 Dhana per 1 grammo di Platino 999/1000.

30) Kayamara (Immortalità)

404. Si muore di fame, di sete, di stenti, di malattia, di invecchiamento. Si muore per incidenti, per atti di violenza e di guerra. Si muore. Qualunque sia la causa, si muore. L’uomo e la donna, il giovane e l’anziano, il povero ed il ricco, il colto e l’ignorante, il bello ed il brutto, il buono ed il cattivo, il pacifico ed il violento, il furbo e lo stupido. Tutti gli esseri umani muoiono. Per sempre. Si può vivere da un solo secondo ad oltre cent’anni ma poi si muore. Siamo abituati alla morte. La consideriamo ineluttabile. Pensiamo sia impossibile non morire. Anche per questo moriamo.

405. Invece di ribellarci a questa sconfitta della vita, noi immaginiamo una vita dopo la morte. È una visione mistica. È la negazione della ragione. Il programma Kayamara si propone di sconfiggere la morte fisica. È una pazzia? È più matto chi si ribella alla morte e si impegna per sconfiggerla o chi l’accetta supinamente e si arrende ad essa? Vincere la morte è impossibile? Dobbiamo vivere per morire?

406. No, noi possiamo vivere per non morire. Per vincere la morte dobbiamo innanzitutto credere che sia possibile, poi dobbiamo impegnarci per farlo diventare probabile. Ogni essere umano può partecipare a questo programma. Per amore verso se stesso e verso le persone che ama. Lasciar morire se stessi e chi si ama è una pazzia, è una responsabilità che nessuno di noi dovrebbe assumersi. Per sconfiggere la morte bisogna che non sia più necessario morire.

407. (Risorse in fase di ricalcolo)

Titolo XII

Struttura organizzativa

408. Il Programma Holos Global System è elaborato e proposto da un Nucleo Centrale, che si avvale delle informazioni provenienti da fonti attendibili e del parere della struttura organizzativa adottata per la realizzazione del Programma stesso.

409. Ciascun Progetto del Programma Holos Global System è promosso in ogni Paese.

410. Il Programma e ciascun Progetto sono coordinati per Paese, per gruppi di Paesi, per Continente e su tutto il Pianeta.

411. La promozione di ciascun Progetto per ogni Paese è affidata a Responsabili Nazionali di Progetto.

412. Il coordinamento di ciascun Progetto per ogni Paese è affidato a Coordinatori Nazionali di Progetto.

413. Il coordinamento di ciascun Progetto per ogni gruppo di Paesi è affidato a Coordinatori Internazionali di Progetto.

414. Il coordinamento di ogni Progetto per ogni Continente è affidato a Coordinatori Continentali di Progetto.

415. Il coordinamento di ogni Progetto su tutto il Pianeta è affidato a Coordinatori Centrali di Progetto.

416. Il coordinamento del Programma per ogni Paese è affidato a Coordinatori Nazionali del Programma.

417. Il coordinamento del Programma per ogni gruppo di Paesi è affidato a Coordinatori Internazionali del Programma.

418. Il coordinamento del Programma per ogni Paese è affidato a Coordinatori Continentali del Programma.

419. Il coordinamento del Programma su tutto il Pianeta è affidato a Coordinatori Centrali del Programma.

420. I Responsabili Nazionali ed i Coordinatori Nazionali, Internazionali e Continentali sono organizzati in Gruppi di tre persone, che si rapportano e comunicano reciprocamente con gli altri Gruppi tramite un componente del Gruppo che si avvicenda ogni quadrimestre con funzione di Referente di Gruppo.

421. Ogni iniziativa e decisione di ciascun Gruppo è presa in modo collegiale.

422. La struttura di Holos Global System richiede:

- 558 componenti del Nucleo Centrale organizzato in 186 Gruppi;

- 37.535.721 Responsabili Nazionali di Progetto organizzati in 12.511.907 Gruppi;

- 21.060 Coordinatori Nazionali di Progetto organizzati in 7.020 Gruppi;

- 1.710 Coordinatori Internazionali di Progetto organizzati in 570 Gruppi;

- 450 Coordinatori Continentali di Progetto organizzati in 150 Gruppi;

- 90 Coordinatori Centrali di Progetto organizzati in 30 Gruppi;

- 702 Coordinatori Nazionali del Programma organizzati in 234 Gruppi;

- 57 Coordinatori Internazionali del Programma organizzati in 19 Gruppi;

- 15 Coordinatori Continentali del Programma organizzati in 5 Gruppi;

- 3 Coordinatori Centrali del Programma organizzati in un Gruppo.

Titolo XIII

Funzioni

423. I Responsabili Nazionali di ciascun Progetto svolgono nel Paese in cui operano tre funzioni fondamentali:

a) analizzare i problemi specifici relativi al Progetto di cui si occupano;

b) verificare le soluzioni previste dal Progetto relativamente ai problemi analizzati;

c) promuovere, realizzare e gestire le iniziative previste dal Progetto.

424. I Coordinatori Nazionali di ciascun Progetto svolgono tre funzioni fondamentali relative al Paese in cui operano:

a) coordinare il Progetto e dirigere i Responsabili Nazionali di Progetto;

b) stabilire la prassi più idonee per realizzare il Progetto;

c) assumere e far assumere tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto.

425. I Coordinatori Internazionali di ciascun Progetto svolgono tre funzioni fondamentali relative al gruppo di Paesi in cui operano:

a) coordinare il Progetto e dirigere le attività dei Coordinatori Nazionali di Progetto;

b) stabilire la prassi più idonee per realizzare il Progetto;

c) assumere e far assumere tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto.

426. I Coordinatori Continentali di ciascun Progetto svolgono tre funzioni fondamentali relative al Continente in cui operano:

a) coordinare il Progetto e dirigere le attività dei Coordinatori Internazionali del Progetto;

b) stabilire la prassi più idonee per realizzare il Progetto;

c) assumere e far assumere tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto.

427. I Coordinatori Centrali di ciascun Progetto svolgono tre funzioni fondamentali relative all’intero Pianeta:

a) coordinare il Progetto e dirigere le attività dei Coordinatori Continentali del Progetto;

b) stabilire la prassi più idonee per realizzare il Progetto;

c) assumere e far assumere tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto.

428. I Coordinatori Nazionali del Programma svolgono tre funzioni fondamentali relative al Paese in cui operano:

a) coordinare il Programma e dirigere l’insieme dei Coordinatori Nazionali di tutti i Progetti;

b) stabilire le priorità e le strategie nella realizzazione di ciascun Progetto;

c) assumere e far assumere tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto.

429. I Coordinatori Internazionali del Programma svolgono tre funzioni fondamentali relative al gruppo di Paesi in cui operano:

a) coordinare il Programma e dirigere l’insieme dei Coordinatori Internazionali di tutti i Progetti;

b) stabilire le priorità e le strategie nella realizzazione di ciascun Progetto;

c) assumere e far assumere tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto.

430. I Coordinatori Continentali del Programma svolgono tre funzioni fondamentali relative al Continente in cui operano:

a) coordinare il Programma e dirigere l’insieme dei Coordinatori Continentali di tutti i Progetti;

b) stabilire le priorità e le strategie nella realizzazione di ciascun Progetto;

c) assumere e far assumere tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto.

431. I Coordinatori Centrali del Programma svolgono tre funzioni fondamentali relative all’intero Pianeta:

a) coordinare il Programma e dirigere Coordinatori Centrali di tutti i Progetti;

b) stabilire le priorità e le strategie nella realizzazione di ciascun Progetto;

c) assumere e far assumere tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto.

Titolo XIV

Conferimento di incarico

432. I Responsabili Nazionali di ciascun Progetto sono nominati dai Coordinatori Nazionali del Programma anche su proposta dei Coordinatori Nazionali del Progetto.

433. I Coordinatori Nazionali di ciascun Progetto sono eletti dai Responsabili Nazionali del Progetto.

434. I Coordinatori Internazionali di ciascun Progetto sono eletti dai Coordinatori Nazionali del Progetto.

435. I Coordinatori Continentali di ciascun Progetto sono eletti dai Coordinatori Internazionali del Progetto.

436. I Coordinatori Centrali del Progetto sono nominati dal Nucleo Centrale anche su proposta dei Coordinatori Continentali del Progetto.

437. I Coordinatori Nazionali del Programma sono eletti dai Coordinatori Nazionali di tutti i Progetti.

438. I Coordinatori Internazionali del Programma sono eletti dai Coordinatori Internazionali di tutti i Progetti.

439. I Coordinatori Continentali del Programma sono eletti dai Coordinatori Continentali di tutti i Progetti.

440. I Coordinatori Centrali del Programma sono nominati dal Nucleo Centrale anche su proposta dei Coordinatori Continentali del Programma.

Titolo XV

Fasi di attuazione

441. Diffusione programma – Il programma è diffuso mediante tutti i mezzi di comunicazione e soprattutto con l’antico metodo da bocca ad orecchio.

442. Comprensione progetti – I progetti costituiscono soluzioni possibili a problemi reali esistenti, quindi per comprendere i progetti bisogna conoscere i problemi e ricercare le loro origini e le loro cause.

443. Analisi situazioni – L’analisi dei problemi deve essere compiuta tenendo conto dei contesti in cui si manifestano.

444. Studio origini problemi – L’origine dei problemi è il momento temporale in cui per la prima volta si è manifestato.

445. Studio cause problemi – La causa di un problema è l’evento che ha provocato come effetto il problema stesso.

446. Effetti dei problemi – Gli effetti dei problemi sono i nuovi problemi provocati dai problemi esistenti, in un’infinita concatenazione di cause ed effetti.

447. Proposizione obiettivi – Darsi degli obiettivi significa manifestare la volontà di risolvere problemi, poiché l’obiettivo è la manifestazione di volontà di risolvere una situazione.

448. Ideazione soluzioni – L’ideazione delle soluzioni è il risultato del processo logico-deduttivo mediante il quale si analizza una situazione per migliorarla.

449. Definizione strumenti – Ogni soluzione può essere realizzata solo mediante l’impiego di determinati mezzi esistenti o da produrre.

450. Promozione consenso – Il consenso di promuove attraverso il processo dialettico fondato sulla verità conoscibile dimostrabile e la buona fede.

451. Trasferimento risorse materiali – L’equo riequilibrio della distribuzione delle risorse naturali e dell’energia è presupposto indispensabile per produrre risultati utili a tutti.

452. Formazione risorse umane – Chi partecipa al programma deve riconoscere la necessità di saper trasformare l’idea in atto e le risorse naturali in prodotto mediante l’impiego di energia.

453. Partecipazione – Partecipare al progetto significa far parte della struttura unitaria organizzata necessaria alla sua realizzazione.

454. Impostazione strategia – La migliore strategia è l’utilizzo dei mezzi più idonei rispetto alla visione d’insieme di ciò che si vuole ottenere.

455. Attuazione soluzioni – La realizzazione concreta delle soluzioni presuppone la massima elasticità dell’organizzazione e la massima responsabilità di chi ne fa parte.

456. Superamento ostacoli – Il livello di superamento degli ostacoli dipende dal rapporto fra interesse soggettivo ed interesse comune rispetto al programma nel suo insieme e ad ogni progetto in particolare.

457. Verifica risultati – L’analisi dei risultati, siano essi più o meno positivi o negativi, consente di comprendere che si sarebbe potuto fare meglio o meno peggio.

458. Consolidamento risultati – Mai credere di avere ottenuto un risultato definitivo!

459. Reimpiego risorse – Ogni risultato deve essere considerato mezzo per realizzare nuovi risultati.

460. Rilancio sviluppo – Qualunque sia il risultato, utilizzarlo sempre in funzione degli obiettivi del programma.

Titolo XVI

Regolamenti

461. Sono stabiliti da appositi Regolamenti:

a) le procedure da seguire per realizzare i singoli Progetti;

b) i rapporti fra i partecipanti al Programma Holos Global System e fra di essi e con l’esterno;

c) i rapporti sociali ed economici dei partecipanti al programma;

d) le azioni da compiere nei confronti della struttura organizzativa;

e) le contro-reazioni da compiere rispetto alle reazioni provenienti dall’interno e dall’esterno della struttura.

Allegato

Glossario

Abbigliamento – Complesso degli indumenti e degli accessori che si indossano.

Accelerazione – Rendere più rapido, più svelto.

Accordo – Unione armonica di sentimenti, opinioni ed idee ed anche incontro di più volontà per costituire o estinguere un rapporto giuridico.

Accumulo – Progressivo aumento di potenza.

Addetto – Chi è assegnato ad una funzione o ad un compito particolari.

Adottare – Scegliere, accettare, fare proprio.

Aggregazione – Associazione, unione di parti di uno o più sistemi.

Annichilire – Ridurre al niente, annientare.

Area – Territorio o zona geografica che comprende più Paesi.

Armonia – Combinazione di elementi diversi che produce effetti piacevoli ai sensi ed anche concordia di idee, sentimenti e forme.

Atto – Ciò che si realizza mediante l’azione.

Avulso – Staccato.

Azione – L’agire, l’operare.

Austerità – Rigida e severa norma di vita.

Avvicendarsi – Alternarsi con metodo e sistematicità.

Base – Principio, fondamento, regola fondamentale.

Base economica – Regola fondamentale di un sistema economico.

Base sociale – Regola fondamentale di un sistema sociale.

Bisogno – Necessità da cui derivano stimoli a compiere azioni.

Carattere – Insieme dei tratti psichici, morali e comportamentali di una persona, che la distingue dalle altre.

Causa – Ciò che è origine, motivo, ragione determinante di qualcosa e che rappresenta l'esito di cause e di fatti da cui deriva come conseguenza.

Circolare – Che ha forma di circolo.

Codice – Insieme delle regole di comportamento e di azione.

Complesso – Risultato dall'unione di varie parti o che si manifesta sotto molteplici e contrastanti aspetti ed anche insieme di più parti od elementi.

Comportamento – Modo di comportarsi, condotta.

Comunicato – Comunicazione ufficiale di notizia.

Comunicazione – Ciò che si porta a conoscenza, annuncio.

Condotta – Modo di condurre o svolgere un lavoro o un'azione.

Concatenazione – Collegamento reciproco di fatti od eventi.

Controreazione – Risposta ad una reazione con un’azione.

Convenzione – Nel diritto internazionale, incontro di volontà tra più soggetti su questioni di comune interesse; ed anche patto, trattato, intesa generale per la quale si stabilisce di attribuire a un dato fenomeno determinate caratteristiche.

Coordinare – Disporre insieme vari elementi in vista del fine che si intende raggiungere.

Coordinatore – Chi coordina.

Decadimento – Disintegrazione o trasformazione.

Deduzione – Procedimento logico consistente nel derivare da una premessa una conclusione che ne rappresenta la conseguenza necessaria o conclusione, ipotesi, supposizione.

Definizione – Spiegazione del significato dei vocaboli

Desiderio – Aspirazione verso ciò di cui si sente la mancanza.

Dirigere – Guidare e disciplinare attività, enti e persone.

Disciplina – Adempimento dei doveri derivanti da una funzione o da una mansione in relazione ad un complesso di norme che regolano i comportamenti.

Disciplinato – Che osserva la disciplina e che si svolge con ordine, col rispetto delle norme stabilite.

Disequilibrio – Assenza di equilibrio.

Disgregazione – Frantumazione, disunione di parti di una unità o di un sistema.

Effetto – Ciò che è conseguenza di una causa.

Egemonia – Supremazia, preminenza, predominio.

Elicoidale – Forma curva di un cilindro o di un cono che incontra le generatrici sotto angolo costante e sistema rotante che agisce da propulsore o da mezzo sostentatore.

Emulazione – Desiderio e sforzo di eguagliare o superare qualcuno.

Endogeno – Che proviene dall’interno di un organismo.

Equilibrio – Stato stabile, instabile o indifferente che assume qualcosa quando tutte le forze applicate danno risultante e momento nulli ed anche capacità di comportarsi con misura e controllo di sé.

Esogeno – Che proviene dall’esterno di un organismo.

Essere – Esprime l’essenza, la realtà.

Fatto – Azione o atto concreto ed anche risultato di azioni.

Finalità – L'essere ordinato a un fine, a uno scopo.

Finalizzare – Attribuire un fine, uno scopo a qualcuno o a qualcosa.

Fondamentale – Ciò che serve di fondamento, che riveste importanza basilare, essenziale.

Forma – Principio astratto contrapposto a quello di materia, di sostanza, di contenuto ed anche aspetto esteriore di qualcosa, determinato dalla superficie e dalle linee che ne segnano il contorno o dalla disposizione degli elementi che la compongono.

Funzione – Attività determinata da mansioni specifiche connesse ad un incarico ed anche ruolo o compito.

Generale – Che concerne tutto un genere, una serie di individui, cose o fatti.

Gerarchia – Rapporto reciproco di supremazia e subordinazione.

Gestione – Complesso delle operazioni necessarie al funzionamento di un ente od un processo ed al conseguimento di risultati.

Gestire – Condurre ed amministrare un ente, un’iniziativa, un’attività.

Gruppo – Insieme organizzato di persone o di enti.

Idea – Rappresentazione intellettuale che riassume in sé una serie di conoscenze possibili e soluzione rispetto ad un problema.

Incarico – Impegno di fare.

Induzione – Procedimento logico che consiste nel ricavare da osservazioni ed esperienze particolari i principi generali in esse impliciti.

Iniziativa – Decisione autonoma con cui si promuove un'attività o l'attività stessa che si promuove.

Insieme – Totalità di più parti e reciproca unione e coesione di più persone o elementi.

Interagire – Agire reciprocamente.

Intercomunicare – Comunicare reciprocamente.

Internazionale – Relativo a diverse Nazioni o Paesi.

Intuire – Cogliere in modo immediato con la mente, guardare dentro.

Intuizione – Attitudine naturale a cogliere l'intima essenza delle cose senza dover ricorrere al ragionamento.

Legge – Ogni norma che regola la condotta individuale o sociale degli uomini.

Lessico – Insieme dei vocaboli e delle locuzioni che costituiscono la lingua di una comunità, di un settore di attività o di un singolo parlante.

Liberare – Rendere libero, togliendo da impedimenti o sciogliendo da vincoli.

Liberazione - Concessione, restituzione o conseguimento della libertà.

Libertà – Condizione di chi non ha obblighi, impegni, legami rispetto a qualcuno o qualcosa.

Logica – Studio delle condizioni di validità ed applicazione di un ragionamento.

Logistica – Coordinamento di movimenti e spostamenti di persone o cose.

Mansione – Attribuzione di compiti, doveri ed incarichi.

Mezzi di produzione – Strumenti per trasformare risorse naturali in prodotti.

Mezzo – Strumento, procedimento o altro che serve per raggiungere un fine.

Motivato – Chiarito, spiegato esaurientemente ed anche che ha le motivazioni per fare qualcosa.

Nazionale – Che fa parte di un complesso di individui legati da una stessa lingua, storia, civiltà ed interessi.

Norma – Regola, canone, principio, precetto, modello al quale, in determinati casi ed a determinate condizioni, ci si può o ci si deve adeguare.

Nucleo – Primo elemento che dà inizio ad altri che si formano intorno ad esso ed anche gruppo di persone che promuovono un'iniziativa.

Obiettivo – Scopo che si vuole raggiungere o ciò che si basa su un atteggiamento imparziale, alieno da interessi personali, preconcetti e simili.

Oggettivo – Concernente l'oggetto, la realtà.

Ordinamento – Insieme di disposizioni ordinate che regolano qualcosa.

Origine – Momento, punto, fase iniziale, prima manifestazione, insieme di elementi concreti o astratti da cui discende come conseguenza qualcosa.

Ostacolo – Difficoltà, opposizione e tutto ciò che intralcia o impedisce.

Ottimismo – Attitudine a cogliere gli aspetti positivi della realtà e a prevedere con favore il corso degli eventi ed anche ogni principio filosofico che, fondandosi sull'accettazione di un finalismo universale, considera il male come relativo e apparente in un mondo in cui il bene domina assoluto e incontrastato.

Pace - Assenza di lotte e conflitti armati tra popoli e Nazioni.

Paradosso – Asserzione incredibile, oltre l’opinione comune.

Parte – Ogni singola unità in cui si divide o si può dividere un insieme o un tutto.

Partecipare – Prendere od essere parte.

Particolare – Che è proprio di cosa o persona singola, specifico, caratteristico, che ha caratteristiche proprie, non comuni ad altre cose o persone.

Patologico – Che riguarda le cause e l’evoluzione di una situazione.

Percezione – Assumere i dati della realtà mediante i sensi e l’intuito.

Perno – Organo centrale e sostegno principale di un sistema intorno al quale ruotano tutte le altre.

Pessimismo – Dottrina filosofica basata sulla credenza della costante prevalenza del male sul bene ed anche tendenza a giudicare le cose dal loro lato peggiore.

Potenza – Natura o condizione da cui si manifesta una forza.

Potenziamento – Aumento della capacità di manifestare forza.

Pragmatica – Relazione fra il linguaggio e chi lo usa.

Prassi – L'attività pratica.

Precetto – Prescrizione.

Prescindere – Astrarre, non considerare.

Priorità – Precedenza nel tempo di qualcosa rispetto ad altro.

Problema – Situazione di disequilibrio da risolvere.

Processo – Insieme di atti ripetitivi e metodo da seguire per ottenere un determinato scopo.

Progetto – Piano di lavoro, ordinato e particolareggiato, per eseguire qualcosa.

Programma – Enunciazione di ciò che è necessario o che ci si propone di fare.

Promozione – Attività diretta a sviluppare la conoscenza di un’idea ed a far partecipare alla sua realizzazione.

Rapporto – Relazione fra persone o fra persone ed organismi.

Rappresentante – Chi rappresenta un ente, una persona o un gruppo di persone

Rappresentare – Compiere un'attività giuridica in nome e per conto di altri.

Realizzare – Rendere reale qualcosa attuandola praticamente.

Realizzazione – Attuazione pratica e concreta di qualcosa.

Realtà – Condizione di ciò che è reale, vero, materiale.

Realtà oggettiva – Esistenza concreta dei fatti.

Reazione – Risposta con un’azione ad un’azione.

Reciproco – Scambievole.

Regione – Porzione della superficie terrestre o dello spazio dotata di caratteristiche proprie che comprende uno o più Paesi o parte di un solo Paese.

Regola – Andamento più o meno ordinato e costante di un complesso di eventi ed anche precetto, norma indicativa di ciò che accade o che si deve fare in certe circostanze.

Relazione – Legame, rapporto fra più parti o più fenomeni.

Replicazione – Ripetizione dell’esecuzione di qualcosa.

Resoconto – Esposizione e rapporto dettagliato su qualcosa.

Responsabile – Che deve rispondere delle proprie o altrui azioni.

Responsabilità – Onere giuridico o morale derivante da atti propri o altrui, consapevolezza delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano.

Ricchezza – Complesso dei beni materiali e spirituali che costituiscono le risorse di un luogo o di un soggetto.

Riconoscimento – Accettazione ed ammissione della realtà.

Riflettere – Pensare, considerare con attenzione.

Rigorosità – Severità di comportamento, significato o interpretazione  e coerenza rispetto alle premesse.

Ripotenziamento - Aumento della precedente capacità di manifestare forza.

Risorsa – Mezzo di cui si dispone per realizzare un fine.

Risorse materiali – Insieme di oggetti naturali o risultanti dalla produzione.

Risorse umane – Insieme di persone.

Risultato – Derivato come conseguenza.

Scomposizione – Separazione di un tutto unico nelle parti che lo compongono.

Scopo – Fine, intento, proposito che si vuole raggiungere e alla cui realizzazione è rivolto tutto un modo di agire.

Sede – Luogo dove sono le sezioni più importanti di un ente.

Serio – Che nel modo di agire denota ponderatezza, senso di responsabilità, coscienza dei propri doveri e che ha rispetto della propria moralità e del proprio onore.

Settorialismo – Tendenza a vedere i problemi particolari, perdendo la visione d'insieme.

Sferico – Forma geometrica i cui punti hanno, da un punto fisso detto centro, distanza non superiore a un numero dato, detto raggio.

Sistema – Insieme di elementi intercomunicanti coordinato da determinate regole.

Sollecitare – Invito ad accelerare.

Soluzione – Modo in cui si risolve un problema o si spiega qualcosa.

Soprintendere o sovrintendere – Avere la cura e il comando di qualcosa e vigilare sulla regolare esecuzione di un’attività od un lavoro.

Spinta – Pressione, stimolo.

Spinta induttiva – Stimolo a ricercare da osservazioni ed esperienze particolari i principi generali in esse impliciti.

Stimolare – Sollecitare, incitare, invogliare, esortare, spronare.

Strategia – Organizzazione dei mezzi in funzione del fine.

Strategia deduttiva – Organizzazione dei mezzi in funzione del fine facendo derivare logicamente da una premessa una conclusione che ne rappresenta la conseguenza necessaria o conclusione, ipotesi, supposizione.

Strumento – Ciò che serve come mezzo per raggiungere un dato fine.

Struttura – Composizione, ordine e modo di essere e di agire di un sistema.

Studiare – Applicare la propria intelligenza all'apprendimento di una disciplina, un'arte, un argomento con un certo metodo e valendosi di idonei strumenti.

Subordinazione – Dipendenza dall’autorità di altri.

Supremazia – Autorità assoluta.

Teoria – Formulazione e sistemazione dei principi generali di una scienza o di una sua parte, di una dottrina filosofica o di altra forma del sapere o complesso dei precetti che servono di guida alla pratica.

Transitorio – Che passa, che non dura.

Trattato – Atto consensuale con cui più soggetti di diritto internazionale risolvono problemi o disciplinano materie di comune interesse.

Verità – Caratteristica di ciò che è vero o che corrisponde esattamente a una rappresentazione astratta del vero.

Vero – Che possiede in misura totale e in modo incontestabile le caratteristiche proprie del suo essere e della sua natura.

Vestiario – Insieme di abiti, indumenti, capi di abbigliamento.