L’abolizione della moneta a corso legale

Per l’essere umano, il valore reale di tutte le cose è determinato dal lavoro, perché solo mediante il lavoro egli entra in possesso, trasforma e potenzia tutto ciò che esiste in natura, compreso se stesso. Senza raccolta, caccia, coltivazione, estrazione e trasformazione, l’essere umano non può utilizzare alcuna cosa necessaria a soddisfare i propri bisogni. E senza informazione ed allenamento, egli non può utilizzare se stesso. Tutte queste attività costituiscono lavoro. Le stesse risorse ed energie naturali non hanno alcun valore senza il lavoro. La ricchezza reale, dal cibo alla conoscenza, è dunque formata da tutto ciò che deriva dal lavoro.

Per misurare il valore di questa ricchezza, per scambiarla e conservarla, è stato adottato il denaro. In origine, il denaro era un bene reale esistente, anch’esso derivante dal lavoro, il cui valore, determinato proprio dal lavoro impiegato per ottenerlo, rappresentava l’equivalente universale, cioè la misura del valore, di tutti gli altri beni. Successivamente, con la ricevuta di deposito, il denaro diventò un oggetto rappresentativo di beni reali esistenti depositati presso chi emetteva la ricevuta.

Da quando i depositari dei beni iniziarono ad emettere ricevute senza ricevere in deposito alcun bene ma in cambio di dichiarazioni di debito, cioè mediante prestiti con interesse, il denaro non rappresenta più beni reali esistenti ma soltanto beni futuri. E poiché i beni futuri possono derivare soltanto dal lavoro futuro necessario alla loro produzione, da quel momento il denaro rappresenta il lavoro futuro necessario a produrre i beni pagabili con quello stesso denaro.

Prestando con interesse questo denaro creato dal nulla, si realizza un guadagno senza produrre beni ma semplicemente sottraendo valore al lavoro effettivamente prestato. Non solo. Proprio perché consente di guadagnare senza produrre, questo denaro è stato emesso in quantità superiore al lavoro futuro non di una ma di diverse generazioni. E poiché la quantità di denaro è in costante aumento superiore alla produzione, è impossibile che siano prodotti tutti i beni che quel denaro dovrebbe rappresentare. Quindi, la maggior parte del denaro non ha e non avrà mai alcun valore. Per questo è stato adottato il corso legale delle monete, mediante il quale si stabilisce per legge che denaro senza valore reale abbia un valore legale. Con questo denaro a corso legale si controlla (ed alla fine si distrugge) l’umanità e l’intero pianeta.

Supponiamo di eliminare tutta la moneta a corso legale. Quali sarebbero gli effetti? Non esisterebbero più debiti né crediti, la ricchezza esistente sarebbe rappresentata unicamente dai beni mobili ed immobili prodotti (il loro valore sarebbe determinato dal lavoro prestato per la loro produzione), mentre la ricchezza futura sarebbe rappresentata dai beni e servizi da produrre con il lavoro. Ma la maggior parte della ricchezza esistente resterebbe concentrata a favore di una stretta minoranza. Come ridistribuirla? L’unica soluzione è adottare una nuova moneta universale garantita fin dalla emissione da beni reali esistenti e che rappresenti il valore del lavoro (in modo che il valore dei beni sia determinato dal lavoro prestato per la loro produzione). Questa moneta deve essere distribuita in parti uguali fra tutti gli abitanti del pianeta e deve avere un limite insuperabile di emissione.

La moneta universale è Dhana (www.dhana,org). Questa, a prescindere da ogni ideologia e da ogni speculazione filosofica,  è l’unica possibilità per riportare il denaro alla sua funzione originaria e per riconoscere il giusto valore al lavoro. C’è pochissimo tempo per farlo, prima che la situazione diventi irreversibile.

Giovedì, 18 ottobre 2012.

Rodolfo Marusi Guareschi